Prima l’incendio, poi l’esplosione ed – infine, quasi ovviamente – il panico nei presenti attorno alla sinagoga La Grande-Motte nel dipartimento francese dell’Herault, in Occitania, e in tutto il resto del paese: questo è il quadro che emerge dalle primissime ricostruzioni che quello che molti politici non faticano a chiamare un vero e proprio attentato, ordito per colpire al cuore della comunità ebraica locale; mentre in tutto il paese è scattata una vera e propria caccia all’uomo per individuare l’unico sospettato che è stato visto allontanarsi dalla scena.



Per ora i contorni della vicenda sono ancora piuttosto oscuri – tanto che la gendarmeria francese non parla ancora di attentato – ma il quadro sembra assumere un senso abbastanza logico se si considera che il sospettato di cui parlavamo prima (immortalato da un video di sorveglianza trapelato grazie al quotidiano Le Parisien) indossava la classica kefiah a quadretti bianchi e rossi resa famosa dalle intifade in Terra Santa, con la vita cinta da una bandiera palestinese: le sue responsabilità non sono ancora state dimostrate, ma era sicuramente presente davanti alla sinagoga La Grande-Motte nel momento in cui è scoppiato l’incendio e si è allontanato di corsa dalla scena con due bottiglie di liquido giallastro in mano.



Cosa sappiamo dell’attentato alla sinagoga La Grande-Motte: la procura Antiterrorismo avvia un’indagine

A causare l’esplosione davanti alla sinagoga La Grande-Motte sarebbe stata una bombola di gas conservata all’interno di un’auto parcheggiata nei pressi dell’ingresso, mentre le porte dell’edificio sono state date alle fiamme: non si è ancora capito se i due eventi siano collegati tra loro e se era intenzione del sospettato causare anche l’esplosione; ma la buona notizia è che in quel momento la struttura era quasi deserta e non si riscontrerebbero feriti ad esclusione di un agente di polizia che si trovava lì per altre ragioni e che è rimasto coinvolto collateralmente, con ferite che sembrano essere lievi.



Immediato l’intervento della polizia, che ha chiesto anche rinforzi alla Procura nazionale antiterrorismo francese che ha immediatamente avviato un’indagine: tutti i luoghi di culto ebraici sono stati messi sotto sorveglianza e un corteo pro-Palestina che era previsto per oggi in quel di Montpellier è stato precauzionalmente sospeso dalla prefettura locale.

Rivolgendosi ai francesi con un post su Twitter dopo l’attentato alla sinagoga La Grande-Motte, il presidente Emmanuel Macron – rivolgendo “un pensiero ai fedeli (..) e a tutti gli ebrei del nostro paese” – ha promesso che si farà “di tutto per individuare l’autore di questo atto terroristico e proteggere i luoghi di culto”; mentre il premier Gabriel Attal parla di “atto antisemita” che “prende di mira, ancora una volta, i nostri concittadini ebrei“, promettendo a sua volta che “di fronte all’antisemitismo [e] alla violenza non ci lasceremo mai intimidire“.

I video dell’attentato alla sinagoga La Grande-Motte: in un frame immortalato un uomo sospetto che si allontana dalla scena