L‘associazione nazionale francese degli allevatori di pecore ha lanciato l’allarme orsi, dopo l’aumento degli attacchi al bestiame che si sta verificando da inizio anno che ha decimato il numero dei capi, ora si chiede all’Unione Europea di intervenire a modificare lo status di protezione e limitarne la popolazione, specialmente in alcune zone sovraffollate. La situazione nel territorio dei Pirenei dell’Ariege, nel quale si concentra il 90% della presenza di orsi sarebbe diventata ormai ingestibile, con aggressioni alle pecore aumentate del 20% rispetto al 2022 solo negli ultimi mesi e un numero di esemplari uccisi salito già a 1200 contro i 700 dello scorso anno.



Alcuni rappresentanti del sindacato pastori hanno dichiarato al quotidiano Euractiv che proteggere il bestiame è diventato quasi impossibile, soprattutto dopo la reintroduzione di 10 nuovi orsi selvatici per la ripopolazione, che ha comportato la ripresa della riproduzione incontrollata, ed anche perchè i predatori si stanno abituando sempre di più a convivere con l’uomo e non hanno più paura di avvicinarsi alle case e alle fattorie.



Allarme orsi in Francia, allevatori chiedono protezione all’Unione Europea “Si rischiano gravi incidenti”

Attualmente, come dichiarato dal sindacato degli allevatori di pecore e pastori in Francia, l’unica arma a disposizione per cercare di arginare il fenomeno degli attacchi al bestiame da parte degli orsi è quella di sparare dei proiettili a salve per tentare di allontare i grandi predatori con colpi intimidatori. Il problema sottolineato dalle associazioni infatti è che l’Europa garantisce uno status di protezione a questi mammiferi non permettendone l’abbattimento senza preventiva autorizzazione. La popolazione degli orsi però, grazie alle reintroduzioni costanti di esemplari è cresciuta in maniera esponenziale in tutta Europa, con 17000 animali che vivono tra la Scandinavia e l’Abruzzo, con particolare concentrazione nella regione dei Pirenei al confine franco spagnolo, dove ora se ne contano più di 76.



La richiesta ufficiale è quella di intervenire con una legge sulla protezione, che attualmente grazie ad alcune deroghe permette agli allevatori di usare metodi più estremi ma solo quando si verifichi una situazione di reale emergenza e solamente in alcune zone più popolate.  Secondo gli ambientalisti, permettere mezzi di tutela particolarmente violenti, oltre a misure che spaventano gli orsi, potrebbe nuocere a memme e cuccioli, tuttavia, come sostengono i pastori “se non venissero presi provvedimenti, presto potrebbero verificarsi gravi incidenti che potrebbero coinvolgere le persone oltre alle pecore“.