FRANCIA, GIUDICI NEL MIRINO DI CRIMINALI
Tentativi di aggressione, intimidazioni e minacce: è sempre più difficile fare i giudici in Francia, perché sono sempre più nel mirino di criminali e regolarmente esposti a situazioni di pericolo. La toga non è affatto una protezione per loro, come dimostra il caso del procuratore di Douai che è scampato a un tentativo di aggressione nella notte tra il 29 e il 30 ottobre scorso. Quattro algerini, di età compresa tra 20 e 40 anni, con precedenti penali anche molto gravi, erano sotto casa pronti ad aggredirlo, ma l’intervento in extremis della polizia ha scongiurato il peggio.
Frédéric Fèvre si è rifiutato di commentare il suo caso, ma a Le Figaro ha segnalato un “aumento generale del numero di sequestri e di minacce contro i magistrati“. La città in cui lavora, proprio come Aix-en-Provence, Bordeaux e Lione, è al centro di un traffico di droga che vede la criminalità organizzata molto attiva. Parlando a condizione di anonimato, diversi magistrati e presidenti di tribunali specializzati in criminalità organizzata hanno confermato che le minacce sono reali e provate: “Anche se rifiutiamo di sentirci quotidianamente in pericolo, siamo tutti diffidenti, rifiutiamo di esprimerci pubblicamente, evitiamo di pubblicare foto sui social network e proteggiamo i nostri indirizzi“, ha dichiarato una magistrata che opera nel nord della Francia.
I magistrati non denunciando un’ondata di attacchi, ma lamentano “un clima” che porta a tentativi di intimidazione, tattiche di pressione e minacce verbali. In pochi ne parlano, e se lo fanno avviene soprattutto tra di loro, soprattutto per paura. “In ogni giurisdizione specializzata, tutti conosciamo almeno un collega che è stato minacciato durante le udienze o le intercettazioni telefoniche“. Ma un magistrato passato da Rennes, che ha ottenuto la protezione personale dopo mesi di richieste, ha riferito anche casi di piani avanzati di aggressione.
“SE NON HANNO NIENTE DA PERDERE, SONO PRONTI A TUTTO”
I magistrati inquirenti sono ancor più ‘fastidiosi’ per la criminalità organizzata, in quanto centralizzano i casi e quindi trovano collegamenti tra essi. “Quando si tratta di autori di reati molto gravi e che rischiano pene molto pesanti, le strategie di pressione e intimidazione vengono utilizzate tanto quanto le strategie procedurali. Poiché non hanno più nulla da perdere, tentano di tutto. Contrariamente a quanto spesso si dice, un autore di reati gravi non si adatta al carcere. Un delinquente grave in carcere è un delinquente indebolito“, ha dichiarato Damien Martinelli, procuratore di Nizza, a Le Figaro.
C’è chi propone di puntare sull’anonimato degli investigatori per proteggerli, visto che i loro nomi appaiono ovunque, su ogni ordine e rapporto ufficiale. Il giornale francese ricorda il caso di un magistrato di Lille minacciato di morte in tribunale da un criminale armato di kalashnikov che ha dovuto aspettare 18 mesi prima che questi venisse punito. C’è, dunque, anche un problema di sicurezza nei tribunali, dove prima c’erano agenti di polizia, mentre ora si usano società di sicurezza private.
CREATO UFFICIO SULLA SICUREZZA DEL PERSONALE
A occuparsi di queste minacce in Francia è il Dipartimento degli affari penali e della grazia (DACG) con la Segreteria generale della Cancelleria e il Dipartimento dei servizi giudiziari, che ha creato nel luglio scorso un ufficio ad hoc sulla sicurezza del personale. Si tratta di una specie di sportello unico per alleggerire le procedure per la protezione e accelerare le denunce e valutazioni delle minacce ai magistrati, ma si occupa anche di indagini amministrative sull’assunzione di personale temporaneo e di nulla osta di segretezza.
Quindi, tutti i casi verranno registrati e schedati. Le Figaro ha raccolto informazioni da cui ha appreso che il numero di casi gravi non è fortunatamente esploso, fermandosi alla ventina all’anno, ma il fenomeno delle pressioni, intimidazioni, minacce e aggressioni c’è e viene particolarmente avvertito dai giudici francesi.