Giallo attorno ad un contratto da 1.8 miliardi di dosi di vaccino fra Pfizer e l’Ue, che la Francia avrebbe bloccato. A specificarlo è il settimanale tedesco Die Welt, secondo cui l’Eliseo starebbe ritardando l’intesa con la casa farmaceutica per ragioni che, come spiega Il Messaggero, non sarebbero chiare, anche se dietro tale mossa vi sarebbe l’obiettivo di Parigi di dare un maggior peso alle aziende transalpine nella produzione di vaccini. Stando a quanto specificato dal quotidiano romano, Parigi avrebbe bloccato l’acquisto di 1.8 miliardi di dosi ponendo delle questioni tecniche e richieste di chiarimenti, nonostante il contratto dell’Ue con Pfizer viene giudicato “maturo per la firma”.



Una notizia che è stata smentita dal governo transalpino, che uscendo allo scoperto in queste ore, dopo che la vicenda del Die Welt ha avuto un grande eco, ha specificato: “Contrariamente a quanto si dice – le parole della portavoce della ministra francese per l’Industria, Agnès Pannier-Runacher – la Francia ha ufficialmente confermato il proprio sostegno al contratto BioNTech-Pfizer. È sorprendente che siamo criticati per aver posto domande di buon senso sulle sfide per la salute che dobbiamo affrontare”.



FRANCIA BLOCCA CONTRATTO PFIZER: “SE L’UE ARRIVA IN RITARDO…”

E ancora: “Le prime dosi di richiamo sono già state assicurate, stiamo parlando di garantire le dosi del secondo e terzo richiamo nel 2022 e 2023 (di cui non sappiamo ad oggi se avremo bisogno)”. Sulla questione è intervenuta anche la portavoce della Commissione Ue, che ha spiegato: «Ci aspettiamo che il collegio dei commissari possa dare presto luce verde a questo nuovo contratto con Pfizer-BioNTech per 1,8 miliardi di dosi. Il negoziato con le società è una procedura a cui partecipano anche gli Stati membri (nello Steering board) che ha dato sostegno unanime per chiudere questo contratto con Pfizer». Il timore è di arrivare tardi e quindi di perdere la priorità per l’ordinazione dei vaccini: «sarebbe un disastro – le parole di un diplomatico al Die Welt – di cui la Francia sarebbe responsabile».

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