DOMANI CAZENEUVE ALL’ELISEO PER RICEVERE L’INCARICO DI GOVERNO: MA LA FRANCIA RESTA NEL CAOS

Praticamente a due mesi dai risultati delle Elezioni Legislative 2024 la Francia potrebbe avere finalmente un nuovo Governo: il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha convocato per la mattina di lunedì 2 settembre 2024 l’ex Ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve per affidargli l’incarico di Premier, una seconda volta per lui dopo aver traghettato gli ultimi anni della contestata presidenza Hollande all’Eliseo. Politico ma anche dirigente di azienda, stimato tanto a sinistra quanto a destra, oltre che non particolarmente “ammirato” in passato da Macron: Cazeneuve rappresenta quanto di più vicino nell’alveo del Centrosinistra ad un ruolo di antagonista politico al Presidente centrista.



Questo però nelle idee di Macron il quale ha rifiutato praticamente tutti i nomi proposti dal Nuovo Fronte Popolare fino a presentare il “suo” candidato, appunto l’ex Premier Cazeneuve, sperando di attirare in questo modo i socialisti al cui partito si riferisce il potenziale prossimo Capo del Governo. Dopo 2 mesi di Francia senza esecutivo, l’obiettivo ora è sì vicino ma per forza “semplice” visto le spaccature interne alla sinistra, l’agitazione dell’area centrista e la rabbia della destra che è stata ancora una volta tagliata fuori dalle cariche democratiche pur dopo aver vinto il primo turno delle Legislative. Secondo il retroscena apparso ieri su “Le Monde”, Cazeneuve intende svolgere ruolo di oppositore diretto e franco del Presidente Macron, addirittura «porrebbe le sue condizioni politiche, esigendo di avere le mani libere nella composizione del governo».



LFI ‘SI STACCA’ DAL NUOVO FRONTE POPOLARE E PROSEGUE SULL’ITER DI DESTITUZIONE PER MACRON

Servirà capire se basterà questa posizione “di opposizione” a Macron per ricompattare il Nuovo Fronte Popolare sempre più spaccato tra La France Insourmise (LFI) di Mélenchon e il resto della coalizione, specie il Partito Socialista che sembra intenzionato a verificare il Governo Cazeneuve non votando subito la sfiducia come invece proposto dall’iroso leader della sinistra radicale. LFI dopo la bocciatura di Castets da parte dell’Eliseo ha giurato vendetta politica contro Macron presentando l’iter della destituzione per quanto compiuto dal Presidente dall’indizione delle Elezioni fino ai due mesi senza Governo perché non accettava candidati della coalizione vincitrice al secondo turno.



La capogruppo di LFI in Assemblea nazionale (il Parlamento di Francia, ndr) Mathilde Panot ha presentato ieri la risoluzione decisa da Mélenchon e inviata a tutti i parlamentari per raccogliere le firme circa la destituzione del Presidente: «Macron rifiuta di sottomettersi al voto del popolo, quindi dobbiamo destituirlo». Secondo la sinistra francese, il comportamento di Macron è stato a dir poco “autoritario” e per questo dovrà passare dal potenziale “impeachment” che potrebbe ancor di più generare caos all’interno della sinistra francese, così come del Governo che andrà a formarsi. Se infatti l’LFI di Mélenchon non dovesse votare Cazeneuve, servirebbe una componente ampia in Parlamento che “sostituisca” l’area più radicale del NFP (che già così pare già spaccato di suo, ndr) e non sarà facile visto le ben poche simpatie politiche che si è attirato il Presidente Macron negli ultimi mesi di “gestione” del potere in Francia.