La Francia sembra essersi unita alla chiusura forzata dei conti correnti di privati, associazioni e aziende che assumono posizioni contrarie al governo o alla maggioranza della popolazione. Una vera e propria piaga che riguarda, oltre al territorio francese, anche gli USA, il Canada e, soprattutto il Regno Unito. Quest’ultimo, in particolare, esemplificativo della situazione con oltre 350mila conti chiusi nel 2022, rispetto ai 50mila del 2016.
A far discutere, però, attualmente è soprattutto la Francia, dove i conti correnti chiusi sono aumentati soprattutto dall’elezione di Emmanuel Macron. Il meccanismo sembra funzionare attraverso delle segnalazioni, che possono essere fatte tanto da enti pubblici, quanto da privati o dal governo, contro persone e associazioni che presentano ideologie cosiddette ‘non allineate’ con le masse, che una volta accumulate fanno scattare il provvedimento. Solo recentemente in Francia sono stati chiusi i conti correnti di Génération Identitaire (GI), L’Alvarium, Academia Christiana e La Citadelle, tutti su esposto dei servizi di compliance. Questi ultimi monitorano la reputazione delle associazioni e inviano le segnalazioni alle banche, che in breve tempo, e soprattutto senza preavviso, chiudono definitivamente il conto, senza neppure fornire spiegazioni in virtù della protezione della privacy dell’ex correntista (anche nel caso in cui sia questi a chiedere spiegazioni).
Conti correnti chiusi anche in USA, Regno Unito e Canada
La Francia, tuttavia, è solamente l’ultimo degli stati in cui i conti correnti degli oppositori vengono chiusi, con casi che hanno fatto parecchio discutere anche negli USA, nel Regno Unito e in Canada. Nel primo caso a finire sotto la ghigliottina bancaria sono state diverse associazioni che contestavano le politiche contro il covid, mentre sul territorio inglese è stata dibattuta la chiusura dei conti di Nigel Farage, punito perché amico di Donald Trump e del tennista no-vax Novak Djokovic.
Il Canada, invece, rappresenta nella questione dei conti correnti chiusi una tendenza diversa rispetto a Francia, USA e Regno Unito. Nell’ex colonia britannica, infatti, è stato lo stesso presidente Justin Trudeau a chiedere la chiusura di diversi conti di proprietà dell’associazione Freedom Convoy che si oppone al green pass. Furono bloccati (e lo sono tutt’ora nonostante pochi giorni fa il governo sia stato condanno) complessivamente 7,8 milioni di dollari su 200 conti diversi.