FRANCIA E GERMANIA, DIETROFRONT SULL’EMERGENZA MIGRANTI: TORNANO I RESPINGIMENTI?

Sta facendo discutere e non poco la scelta del Governo Scholz in Germania di fare dietrofront sulle politiche migratorie puntando a maggiori respingimenti alle frontiere, e a breve anche la Francia potrebbe intraprendere lo stesso iter: se già storicamente il Presidente Macron in questi anni ha messo in pratica politiche di respingimento molto più nette e dure rispetto all’Italia (non vanno scordate le modalità “non tenere” della Gendarmerie al confine di Ventimiglia e sui treni diretti in Francia dall’Italia, ndr), con l’opinione pubblica sempre più traumatizzata da violenti episodi di terrorismo e sicurezza in calo nelle grandi città, gli scenari politici in Francia starebbero cambiando esattamente come nella vicina Germania.



Con la fresca nomina del nuovo Premier Michele Barnier, chiamato al difficile ruolo di trovare una maggioranza in Parlamento dopo la scelta di Macron di “voltare le spalle” alla sinistra di Mélenchon, l’intenzione del nuovo Governo è di nominare un Ministero ad hoc sulla difesa dei confini. Secondo quanto riportano i media francesi sulle prime ipotesi di politiche migratorie del futuro Governo Barnier, vi sarebbe l’imposizione di stringenti limitazioni degli ingressi per migranti irregolari, esattamente come annunciato dalla ministra dell’Interno Nancy Faeser. Barnier ha fatto già sapere che occorre «Controllare i flussi migratori con misure concrete»: la tradizione del multiculturalismo francese, come quello tedesco del resto, negli ultimi anni è stata minata da minacce sempre più ampie del terrorismo islamista, così come l’aumento di reati e violenze nei tanti irregolari giunti nei rispettivi Paesi. Il balzo indietro anche di parte della sinistra europea sul tema migranti nasce anche dall’exploit ingente dei partiti di destra: AfD in Germania è primo partito, così come il Rassemblement National in Francia, e così il conseguente tentativo di Macron e Scholz di “ridurre” le problematiche ai confini li avvicina molto più alle ricette di Meloni e dell’ex Premier Uk Sunak che non ai dettami della sinistra europea.



POLITICA E MEDIA ‘ABBANDONANO‘ LA SINISTRA SUL TEMA MIGRANTI? GLI SCENARI IN FRANCIA CON IL GOVERNO BARNIER

Gli scenari attuali e futuri sono tutt’altro che semplice da leggere, con il fronte migranti che rappresenterà ancor più del passato un tema cardine per l’imminente “nuova” Commissione Europea ancora a guida Von der Leyen: se la Francia e la Germania fanno un passo indietro rispetto alle precedenti politiche di respingimenti più “blandi” non è però solo spiegabile sotto il profilo politico, con il crollo dei partiti tradizionali e la crescita dei movimenti che invece sostengono una svolta più dura nel controllo dei confini.



Vi è un dato di oggettività e riguarda il tema della sicurezza nazionale, come evidenzia oggi Yves Threard nell’editoriale centrale de “Le Figaro”: «In tutta Europa cresce la rabbia e molti leader politici, sia di sinistra che di destra, sembrano capire che si sta verificando una “rottura”», tra i sentimenti della popolazione e le “reazioni” della politica. In sostanza, sull’immigrazione gli animi sono sempre più incandescenti secondo l’editorialista francese e perciò le prossime mosse del Premier Barnier saranno alquanto importanti per capire l’indirizzo che prenderà Parigi rispetto a Berlino. Secondo “Le Figaro“, la sinistra in Francia continua a rifugiarsi «nelle sue posizioni morali e relative ai diritti umani», ma così facendo «si rifiuta di vedere la realtà».

Ed è proprio questo scollamento tra realtà e politica che avrebbe portato al crollo dei partiti di Governo, tanto in Germania quanto in Francia: i dati del resto sono pessimi, «nel 2023 si sono registrati 500.000 arrivi, di cui un terzo illegali, il doppio rispetto a dieci anni fa». Il welfare state costa notevolmente più di inizio 2000 e questo in tutta l’Europa (compresa l’Italia) rappresenta un tema non da poco per l’immediato futuro: è ancora possibile permettere ingressi in continuazione di migranti irregolari? Non è per niente che Von der Leyen (e il PPE di Weber) elogiano l’impegno del Governo Meloni per gli accordi siglati con la Tunisia e l’Egitto: v’è un tema di umanità e solidarietà che (giustamente) esige il salvataggio in mare di chiunque sia disperso e naufragato; v’è però un rischio sempre maggiore di pericolosità sociale per i costi e la sostenibilità di un’immigrazione incontrollata. Le mosse recenti di Germania e Francia sembrano sposare proprio questa “linea” di dietrofront rispetto ai dettami dei rispettivi Governi fino a solo qualche mese fa.