In Francia i contadini sono in rivolta per l’aumento delle tasse e le limitazioni imposte al loro settore dall’Ue. In queste settimane in molti si sono mobilitati in tutto il Paese per denunciare le “incoerenze” delle politiche agricole europee e nazionali nei loro confronti. “La questione è sempre più burocratica e sempre meno realistica rispetto alle condizioni di esercizio della nostra professione”, ha affermato a Le Figaro Damien Greffin, presidente della Federazione dipartimentale della mentalità dei sindacati degli agricoltori (FDSEA).



Bruxelles impone infatti di lasciare a riposo il 4% dei terreni agricoli nonostante stia andando avanti la tensione alimentare causata dalla guerra in Ucraina. In Francia, inoltre, si sta rimuovendo l’esenzione fiscale per il diesel non stradale (NGR) utilizzato dagli agricoltori e si sta aumentando la tassa sui prodotti fitosanitari mentre altre tasse, in particolare quella sull’energia, sono già aumentate in modo significativo. La situazione è dunque drammatica e la rabbia da parte di chi sta subendo le conseguenze di questo fenomeno è tanta.



Francia, contadini in rivolta per aumento di tasse e limitazioni da Ue: i sindaci li sostengono

“Più di 75 dipartimenti hanno organizzato azioni di protesta”, ha annunciato Luc Smessaert, allevatore dell’Oise, vicepresidente della FNSEA. “Siamo esausti e stanchi del mancato riconoscimento da parte delle autorità pubbliche francesi nei nostri confronti”. I contadini hanno deciso di contestare l’aumento delle tasse e le limitazioni imposte al loro settore dall’Ue in diversi modi. Alcuni sono scesi in piazza coi trattori e hanno sparso letame nelle strade. Altri hanno messo sottosopra i cartelli bianchi e rossi dove sono scritti in lettere nere i nomi dei loro villaggi.



In molti casi le istituzioni locali li lasciano fare. “Penso che sia una buona iniziativa. Questo non degrada il bene pubblico, non è violento. Li sostengo”, ha affermato Yvon Pellet, sindaco di Saint-Geniès-des-Mourgues. “Questi agricoltori lottano ogni giorno per vivere dei prodotti delle loro aziende agricole. Hanno compiuto sforzi colossali per ridurre gli import. Nonostante ciò importiamo in Francia prodotti agricoli che hanno meno vincoli fitosanitari, questa è concorrenza sleale”.