La nuova legge sull’immigrazione in Francia non è ancora chiusa, nel frattempo dalla Corte dei conti arrivano importanti indicazioni attraverso il rapporto “Politica di lotta all’immigrazione clandestina“. Il documento di 141 pagine è stato redatto dai giudici di Rue Cambon a novembre, quando è stata votata in Senato a stragrande maggioranza l’abolizione dell’assistenza medico statale (AME) per gli immigrati privi di documenti. La relazione della Corte dei conti era prevista dal 2022, quindi ben prima di questa legge, ma si è deciso di rinviare la pubblicazione della relazione proprio per non interferire nel dibattito politico.



Lo ha detto chiaramente il presidente Pierre Moscovici. L’ex ministro delle Finanze avverte subito: “Non spetta a noi definire le politiche. Quindi non guardate a questo rapporto come una risposta alla legge attualmente all’esame del Consiglio costituzionale“. Sotto esame “l’efficacia della politica e dell’organizzazione amministrativa delle leggi“. Infatti, il rapporto segnala “la fragilità organizzativa” della politica migratoria della Francia che pesa anche sui conti statali.



MIGRANTI FRANCIA, IL RAPPORTO DELLA CORTE DEI CONTI

Fin dalle prime righe dell’introduzione, la Corte riconosce che questa relazione affronta un tema che è “importante argomento di dibattito pubblico“, un “argomento estremamente sensibile“. La stima dei clandestini presenti in Francia è di 439mila. Questa cifra si basa su beneficiari di cure mediche statali nel giugno 2023. Ma il rapporto precisa che questo numero potrebbe essere sovrastimato o sottostimato. Comunque, questi 439mila migranti irregolari appaiono come una goccia nell’oceano. Gli ingressi illegali sono in aumento dal 2015. Il giudizio della politica di lotta all’immigrazione clandestina da parte della Corte dei conti è severo: ritiene insufficiente i controlli alle frontiere e la capacità di allontanare coloro che non sono autorizzati a rimanere sul territorio nazionale.



LE FALLE DELLA POLITICA MIGRATORIA DELLA FRANCIA

La gestione dei controlli alle frontiere, in particolare ai 126 valichi di frontiera soprattutto aeroporti e porti, è descritta come “incerta“. “Mentre la cooperazione con la Germania sembra efficace, quella con l’Italia sembra essere più limitata, nonostante i flussi“. Nel documento i controlli effettuati sono giudicati “molto limitati“. La polizia di frontiera registra solo l’identità dichiarata delle persone fermate, senza integrarla nelle sistema informativo nazionale. Le impronte digitali dei cittadini stranieri non vengono rilevate, in assenza di un quadro giuridico. I loro documenti d’identità non vengono scannerizzati, anche se sarebbero utili ai fini dell’allontanamento. Inoltre, ci si sono diversi sistemi informativi di controllo delle frontiere e dei migranti, peraltro non interconnessi.

Ad esempio, le banche dati del ministero dell’Interno non comunicano con gli altri dicasteri. Per quanto riguarda la gestione degli immigrati clandestini in Francia, la Corte dei conti ritiene che, nonostante il quadro legislativo che annovera 133 modifiche in meno di dieci anni, “le amministrazioni e i tribunali responsabili dell’amministrazione di persone in situazione irregolare faticano nello svolgere le loro funzioni“. Tra il 2019 e il 2022 i prefetti hanno emesso 447.257 obblighi di lasciare territorio francese, ma la maggior parte delle prefetture sono “sovraccarico“, si legge nel rapporto, quindi commettono errori.

MIGRANTI FRANCIA, I SUGGERIMENTI DELLA CORTE DEI CONTI AL GOVERNO

Lo Stato può organizzarsi meglio“, dice la Corte. Pur essendo il paese col maggior numero di allontanamenti forzati nell’Unione europea (11.409 nel 2022 e 18.915 nel 2019), la Francia si sobbarca una spesa di 1,8 miliardi all’anno per l’emergenza migranti. Per migliorare la politica contro l’immigrazione illegale il governo, secondo la Corte dei conti, deve aumentare l’organico delle prefetture, conservare i dati di identità dei cittadini stranieri controllati, semplificare le procedure amministrative per facilitare le espulsioni, sviluppare l’assistenza per il rimpatrio di persone prive di documenti nei loro Paesi e per un migliore monitoraggio delle espulsioni per i migranti privi di documenti che rappresentano un pericolo dal punto di vista dell’ordine pubblico.