Gérald Darmanin si batte ogni giorno per la sicurezza del popolo francese, eppure sembrano esserci falle nel sistema se continuano a susseguirsi attentati, come quello dei giorni scorsi a Parigi. Per il ministro dell’Interno serve «un monitoraggio più approfondito dei pazienti psichiatrici», perché «tra il 25% e il 40% delle persone monitorate per la radicalizzazione sono affette da malattie mentali». Ma serve in primis una nuova legge sull’immigrazione, a cui il governo in Francia sta lavorando. A tal proposito, Darmanin nell’intervista a Le Figaro si rivolge anche ai rivali politici: «C’è un’enorme responsabilità da parte di chi, votando contro per impedirne l’approvazione, ci impedirebbe di espellere i delinquenti stranieri radicalizzati o di diritto comune. Dobbiamo smettere di esitare e di fare calcoli politici». Quando gli viene fatto notare che né il caso di Crepol né quello Parigi riguarda stranieri, il ministro precisa: «Se abbiamo meno criminali stranieri da seguire sul nostro territorio, possiamo concentrare i nostri sforzi altrove. È ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità».
La legge sull’immigrazione in dirittura d’arrivo prevede «la restrizione del ricongiungimento familiare, la fine del trasporto gratuito per i clandestini, la revoca del permesso di soggiorno per chi non rispetta i valori della Repubblica, la drastica semplificazione dei ricorsi e, non ultimo, il condizionamento del rilascio dei visti di ingresso in Francia all’ottenimento dei lasciapassare consolari necessari al rimpatrio dei clandestini». Darmanin aggiunge che la proposta «criminalizza il contrabbando di persone (che attualmente è un reato), con pene fino a 20 anni di reclusione», ma prevede anche «l’obbligo di prendere le impronte digitali agli stranieri clandestini» e «l’ispezione delle auto alle nostre frontiere da parte della polizia». Le sanzioni possono arrivare «fino alla chiusura amministrativa delle imprese che assumono immigrati clandestini» e al «ritiro del permesso di soggiorno a chi aderisce a un’ideologia radicale o non rispetta le leggi della Repubblica». Ma il ministro dell’Interno francese si dice aperto a contributi esterni per migliorare il testo, infatti sono state accolte più della metà delle proposte avanzate dal Senato.
“TRAGEDIA PER LEGGE BLOCCATA? NOSTRA RESPONSABILITA’ SAREBBE ENORME”
«Se domani si verificasse una tragedia a causa di uno straniero delinquente che non è stato espulso perché la nostra legge è stata bloccata, la responsabilità dei parlamentari che bloccano il processo sarebbe enorme», dichiara Gérald Darmanin a Le Figaro in un appello ad alleati e rivali politici. In merito all’articolo 4, che dà accesso immediato al mercato del lavoro per i richiedenti asilo provenienti dai Paesi in cui il livello di protezione garantito in Francia è generalmente elevato, il ministro dell’Interno della Francia precisa che «è una possibilità aperta da una direttiva europea sostenuta dalla destra europea del PPE» e spiega il motivo per il quale andrebbe sostenuta questa misura.
«Le persone sradicate che hanno buone possibilità di vedere accolta la loro domanda, come le donne afghane o le donne cristiane in fuga dalla Siria, devono vivere in Francia con prestazioni sociali, come l’aiuto ai richiedenti asilo (ADA), che ammonta in media a 300 euro al mese, ovvero meno di 15 euro al giorno? O non è preferibile che lavorino? Credo che quando si è di destra si preferisca il lavoro alle prestazioni sociali». Darmanin auspica che la legge sull’immigrazione venga approvata entro la fine dell’anno e si rende disponibile a proseguire la discussione parlamentare anche a gennaio. «Prendo atto che non c’è stata alcuna ostruzione, e ringrazio tutti i gruppi politici per questo. Finora, l’esame di questo testo sta andando secondo i piani».