Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria, si è scagliato contro la Francia sulle colonne del quotidiano “Libero”. In particolare, il presidente ligure ha replicato alle affermazioni del ministro dell’Interno transalpino Darmanin circa la questione migranti: “I canali diplomatici sono aperti e confido nel fatto che una soluzione, a livello europeo, si troverà. Io poi sono un europeista convinto, i francesi mi sono simpatici, mi piacciono i buoni studi del presidente Macron e gli invidio il sistema elettorale, ma quando uno dice una cavolata, anche se la dice vestito di tutto punto, resta una cavolata e soprattutto è la conferma di una doppia morale straordinariamente gigantesca”.



Da qui, il vero e proprio “J’accuse” di Giovanni Toti: “I francesi hanno sospeso da anni il Trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone. Sia a Ventimiglia che sul Colle di Tenda schierano pattuglione di oltre 4mila agenti sul confine, controllano ogni soggetto che passa nel raggio di venti chilometri e ce li rimandano in Italia tutte le mattine”.



GIOVANNI TOTI: “SENTIRE CHE L’ITALIA È DISUMANA SUONA QUASI RIDICOLO”

Sempre su “Libero”, Giovanni Toti, ha confermato che i migranti che arrivano a bordo delle navi delle Ong sono una minima parte rispetto ai salvati dalla Guardia costiera, aggiungendo inoltre che “non è mai bello che l’Europa alzi i toni, soprattutto in un momento delicato come quello attuale: c’è una guerra e ci sono tanti problemi che dovremmo risolvere insieme, ma sentire che l’Italia è disumana suona quasi ridicolo, se non fosse drammatica la situazione”.

Il fatto che l’Italia chieda cooperazione da parte di tutta l’Europa e riceva porte in faccia. ha espressamente affermato Giovanni Toti, non mi sembra in linea con il principio di solidarietà tanto evocato a Bruxelles. Se poi aggiungiamo la presa in giro, lo scherno, l’insulto diventa francamente inaccettabile. Sono anni che noi chiediamo un tavolo europeo per discutere della gestione dei flussi, perché non è giusto che il peso dei migranti ricada sempre sui Paesi del Mediterraneo. Essendo stati totalmente inascoltati, è normale che ora il governo alzi la voce”.