In Francia il governo si è ufficialmente pronunciato contro alcune associazioni femministe, che dovrebbero tutelare gli interessi e i diritti di tutte le donne, ma che dopo il 7 ottobre hanno negato in varie occasioni i crimini, uccisioni e stupri commessi dai terroristi di Hamas nei confronti delle donne israeliane. Colpevoli anche di non essersi pronunciate per condannare il femminicidio di massa, e continuare a mantenere una posizione volutamente ambigua.



Il ministro per le pari opportunità Aurore Bergè, intervistata alla radio della comunità ebraica francese in merito alla questione, ha espresso la volontà di tagliare tutte le sovvenzioni pubbliche per queste associazioni, affermando: “Ho chiesto espressamente di passare al setaccio tutte le associazioni sostenute finanziariamente dal governo, perchè in caso di ambiguità non è giusto che continuino a ricevere soldi“. Un problema che era stato sottolineato anche dal collettivo Paroles des Femmes, sul quotidiano Liberation, in un articolo nel quale si denunciava il: “Silenzio assordante da parte di alcune femministe, nel non sostenere apertamente le donne che sono state stuprate e mutilate nell’attacco del 7 ottobre“.



Francia, governo propone taglio delle sovvenzioni alle associazioni femministe che non hanno condannato violenze di Hamas

Alle parole del ministro delle pari opportunità Aurore Bergè in merito alla volontà di tagliare i fondi alle associazioni femministe considerate in posizione ambigua per non aver condannato i crimini di Hamas nei confronti delle donne israeliane, è seguita una dichiarazione da parte di alcune esponenti di questi collettivi. Una reazione di difesa, che è arrivata in particolare dalla portavoce dell’associazione #NousToutesLille, Amy Bah, che ha accusato la ministra di strumentalizzare le azioni di Hamas, aggiungendo che: “Non c’è alcuna ambiguità, crediamo a tutte le vittime e denunciamo le violenze maschili a prescindere da dove queste avvengano“.



Ma il ministro ha comunque intenzione di procedere con l’inchiesta e l’eventuale taglio dei fondi, dichiarando: “Se il dramma che è avvenuto nei confronti delle donne lo scorso 7 ottobre, fosse avvenuto altrove, le reazioni delle femministe sarebbero state più forti?”, “Purtroppo temo di sì“, ha concluso.