C’è chi lo chiama ‘ecoterrorismo’ o semplicemente radicalismo ecologico. Continua così il braccio di ferro tra ambientalisti e governo in Francia come apprendiamo anche dalla testata Le Croix. In ambito politico va detto però che nessun candidato ecologista è riuscito a guadagnare terreno, come avvenuto nel corso delle ultime elezioni presidenziali francesi. È invece tra la gente, nelle città e nelle regioni che i Verdi stanno attirando sempre più consensi. E così di recente è stato sciolto il movimento ambientalista ‘La Rivolta della Terra’ ma sorgono manifestazioni a sostegno degli attivisti per il clima.



Ciò che gli appartenenti al radicalismo ecologico lamentano è uno Stato francese che appare anti-ecologico’, ma che invece dovrebbe conformarsi agli impegni presi con l’Europa e ad un mondo in costante cambiamento. Ecco perché il giusto spirito dovrebbe essere quello della messa in atto di politiche di adattamento al nuovo contesto climatico. Secondo gli attivisti è compito dei leader politici assumersi le proprie responsabilità facendo coincidere la loro retorica alle loro azioni.



FRANCIA, GOVERNO CONTRO IL RADICALISMO ECOLOGICO

È stato proprio lo scioglimento del movimento ambientalista ‘La rivolta della Terra’ ad aver riacceso il dibattito sul radicalismo ecologico e sull’ostilità del governo francese. Lo scioglimento arriva dopo i violenti scontri con le forze dell’ordine. “Non è la libertà di espressione o di manifestazione a essere messa in questione. Non si tratta di punire le idee. Si tratta dell’uso ripetuto della violenza contro la proprietà e le persone, messo in atto in diverse occasioni nelle ultime settimane“. Così ha commentato il provvedimento Macron.



Il gruppo di attivisti intanto promette di dare battaglia in tribunale contro lo scioglimento imposto dal governo, rivendicando la legalità delle sue azioni.  Nel mentre è stata anche l’occasione per sollevare il problema che all’interno della compagine governativa riesca ad instaurarsi un gruppo sufficientemente compatto a favore della transizione ecologica, in modo da dare sostanza alla trasformazione radicale della politica pubblica, nominando funzionari pubblici di alto livello con una chiara dichiarazione di missione sull’attuazione dell’Accordo di Parigi.