Sulle reti dei Fratelli Musulmani in Francia soffia vento di tempesta. Stando a quanto rivelato da Le Parisien, la procura di Bobigny un mese fa ha aperto un’indagine sulla gestione dell’Istituto di Studi in Scienze umane (IESH) di Saint-Denis, uno dei gioielli del movimento della Fratellanza in Francia. Da qui escono imam e insegnanti di scuole coraniche, non a caso la chiamano anche “scuola degli imam” in Francia, ma vi studiano anche cittadini che vogliono imparare l’arabo o avvicinarsi all’Islam. L’accusa è di “violazione della fiducia” e “occultamento di violazione della fiducia”. Pare che siano emerse delle “zone grigie” riguardo i contenuti dell’insegnamento, l’ideologia dei fondatori e dei professori, oltre che sulle fonti di finanziamento. Il decano dello IESH, lo sceicco Ahmed Jaballah, è ex presidente dell’Unione delle organizzazioni islamiche francesi (UIOF), su cui avrebbe detto: “È un razzo a due stadi: il primo democratico, l’altro metterà in orbita la società islamica”. Questa è una frase che i servizi segreti gli attribuiscono, ma che lui nega. Ma preoccupa il fatto che alcuni studenti passati dallo IESH siano poi diventati jihadisti. Ce ne sono altri che sono andati a combattere anche in Siria.
FRANCIA, RETI FRATELLI MUSULMANI NEL MIRINO…
E poi ci sono dubbi sulle fonti di finanziamento del gioiellino vicino ai Fratelli Musulmani. Secondo quanto riportato da Le Parisien, le autorità hanno scoperto delle discrasie tra il fatturato della IESH e gli investimenti immobiliari. Inoltre, vengono messi in discussione diversi trasferimenti finanziari recenti tra Kuwait e Qatar e lo IESH. I media francesi ipotizzano pressioni da parte delle autorità francesi. Lo scorso autunno, infatti, i locali dell’Istituto furono sottoposti ad un controllo di sicurezza senza alcun preavviso, poi il prefetto ordinò la chiusura. Lo Iesh ha continuato ad operare affittando strutture, come un liceo privato musulmano di Parigi, nel frattempo ha lanciato appelli a finanziamenti per ricostruire la sua sede. Sarebbero partiti dei colloqui con la Qatar Foundation, che voleva assicurarsi la proprietà dell’edificio, ma secondo Liberation ora nel mirino sono finiti recenti trasferimenti finanziari con paesi del Golfo.
Secondo un esperto degli ambienti musulmani, citato da Liberation, le autorità politiche francesi sono preoccupate dall’ascesa di questa rete di scuole confessionali. Il timore è che venga favorito l’Islam radicale. Per Amar Lasfar, presidente dei musulmani di Francia, invece l’indagine potrebbe essere una mossa politica per strappare voti al Fronte nazionale. Il presidente Emmanuel Macron e il primo ministro Jean Castex hanno infatti promesso battaglia contro il “separatismo islamista”.