E’ polemica in Francia in merito alla costruzione della moschea di Strasburgo, ultimata nel 2022 e che diventerà la più grande d’Europa. Come riferisce l’Huffington Post il progetto avrebbe fatto andare su tutte le furie il presidente Emmanuel Macron, che negli ultimi mesi è stato protagonista di una crociata contro l’Islam radicale in Francia, prendendo una posizione netta. A finanziare la costruzione della moschea vi sarebbe l’associazione filo-turca Milli Gorus, e proprio i turchi, nelle parole del presidente Erdogan, hanno pubblicamente condannato la posizione di Macron negli scorsi mesi.



Un’operazione monumentale quella dell’edificio di Strasburgo, con un cantiere che costerà in totale 32 milioni di euro di cui 25.6 solo per la moschea. Costi che hanno fatto scattare la scintilla, in particolare quando il consiglio comunale di Strasburgo ha approvato il “principio di una sovvenzione” pubblica da 2,5 milioni di euro, su volere della sindaca ambientalista Jeanne Barseghian.



FRANCIA, MOSCHEA STRASBURGO: PARIGI CONTRO IL SINDACO

“La sindaca verde di Strasburgo – ha replicato Gerald Darmanin, il ministro dell’interno francese, via Twitter – finanzia una moschea sostenuta da una federazione che si è rifiutata di firmare la carta dei principi dell’Islam di Francia e che difende un islam politico”, riferendosi ad un testo sottoscritto dalle principali federazioni musulmane di Francia, che riconoscono compatibili i loro valori e quelli della Repubblica. Millî Görüs rappresenta una vera e propria spina nel fianco per il progetto di Macron: “Controllano l’Islam di Francia – ha affermato una fonte molto vicino all’associazione, parlando con Le Parisien – né le associazioni locali né lo Stato sono stati in grado di fermali”. Rimanda comunque al mittente ogni accusa la prima cittadina di Strasburgo: “Se questa associazione presenta simili rischi, perché il governo non l’ha mai sciolta?”. Nella querelle politica è stato tirato dentro anche Macron, che ha parlato giovedì sera al termine del Consiglio Europeo di “gruppi politici sul continente europeo” legati a doppio filo a “organi di propaganda ufficiale”, chiaro riferimento a Erdogan. A questo punto si attende la replica del presidente turco.

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