Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ha annunciato il “congedo di nascita” o congedo parentale di sei mesi per entrambi i genitori. I vicini transalpini, così come l’Italia, sono attraversati da una crisi della natalità e nel giorno in cui l’Insee, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha segnalato come le nascite siano state le più basse dal Dopoguerra, con meno di 700mila bimbi nati nel 2023, Macron è voluto intervenire. L’inquilino dell’Eliseo, come si legge su TgCom24.it ha spiegato che la natalità “è in calo anche perché l’infertilità maschile e femminile progredisce facendo soffrire molti uomini e donne”, annunciando poi un “grande piano contro questo flagello”. In ogni caso Macron guarda con ottimismo al futuro attraverso una serie di misure per fare in modo che il suo Paese sia “più forte e più giusto”.
Parlando nel Salone delle Feste dell’Eliseo, di fronte a centinaia di giornalisti, ha spiegato che “sono convinto che abbiamo tutte le qualità per farcela. Sono convinto che la nostra storia di progresso non sia finita e che i nostri figli vivranno meglio domani rispetto a quanto viviamo oggi”. Obiettivo di Macron è quello di “Francia più forte” e passa anche da scuola, economia e sicurezza, tutta una serie di riforme che verranno portate avanti negli anni dal nuovo governo del premier Gabriel Attal, definito dal presidente della repubblica come “il più snello e più giovane”.
FRANCIA, MACRON ANNUNCIA CONGEDO PARENTALE DI 6 MESI: IL PROGETTO CONTRO LA FERTILITÀ E NON SOLO
E ancora: “Dopo l’estensione del congedo di paternità – ha precisato – credo profondamente che l’introduzione di un nuovo congedo di nascita possa essere un elemento utile di una tale strategia” di rilancio delle natalità. Inoltre è stato promesso “un grande piano” nazionale contro il “flagello” dell’inferitilita’ maschile e femminile, il “grande tabù” dei nostri tempi.
Fra le tante misure annunciate per i giovani e la scuola, Macron ha parlato anche della regolamentazione dell’uso degli schermi “per i nostri bambini”. Si punta anche al potenziamento dell’insegnamento “dell’educazione civica” a scuola, senza dimenticarsi del teatro e della storia dell’arte. Infine annunciata la sperimentazione in diversi istituti scolastici di una “tenuta vestimentaria unica” per gli studenti, quindi una divisa per gli alunni.