Chi ostacola i vaccini potrebbe finire in carcere in Francia. Sta facendo discutere una legge passata in prima lettura all’Assemblea nazionale francese che introduce il reato di “incitamento all’abbandono delle cure”, inizialmente respinto dai deputati, poi modificato e votato. Ciò costituisce un precedente di non poco conto per le legislazioni occidentali, visto che per la prima volta viene messo in discussione il principio della libertà individuale. A presentare il disegno di legge è la deputata Brigitte Liso del partito Reinassance del presidente Emmanuel Macron. L’idea è di contrastare le derive settarie e rafforzare la tutela dei cittadini contro abusi e manipolazioni da parte di ciarlatani, guru e sette. Un obiettivo lodevole, il problema è che c’è un articolo che ha provocato accese discussioni in Aula tra la maggioranza e l’opposizione.



Si tratta dell‘articolo 4, che stabilisce: «L’incitamento […] ad abbandonare o ad astenersi da un trattamento medico terapeutico o profilattico, qualora tale abbandono o astensione sia presentato come benefico per la salute della persona interessata quando, alla luce delle attuali conoscenze mediche, è chiaramente suscettibile di avere conseguenze particolarmente gravi per la salute fisica o mentale di tale persona». Il reato è punibile con un anno di reclusione e una multa di 30mila euro. La pena può essere aumentata a 3 anni di carcere e 45mila euro di multa se «la provocazione ha avuto un seguito». Un altro paragrafo stabilisce che in caso di «incitamento all’adozione di pratiche presentate come terapeutiche o profilattiche quando è evidente, alla luce delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono l’utente a un rischio immediato di morte o di lesioni che possono comportare mutilazioni o invalidità permanenti», i falsi terapeuti incorrono nella stessa pena.



BUFERA IN FRANCIA PER L’ARTICOLO 4 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

La prima versione dell’articolo 4 era stata ritirata dal Consiglio di Stato in Francia, prima di essere presentata all’Assemblea nazionale, perché «non sono dimostrate né la necessità né la proporzionalità di questi nuovi reati», perché la legge attuale punisce gran parte di queste pratiche, ed era preoccupato per le «limitazioni alla libertà di espressione». Quindi, si sottolineava la necessità di «trovare un equilibrio tra questi diritti costituzionali, in particolare per non mettere a repentaglio la libertà di dibattito scientifico e il ruolo degli informatori criminalizzando le sfide allo stato attuale della pratica terapeutica». In Occidente, però, il diritto del singolo di sottoporsi o meno alle cure sanitarie, a patto di non ledere l’interesse della collettività, è un pilastro costituzionale, come rifiutare la prevenzione.



Il testo francese decreta che se la scienza ufficiale stabilisce che un trattamento medico è da fare, chi dissente rischia di andare in carcere per un anno con multa di 15mila euro, pena che sale a 45mila euro e 3 anni di carcere se il tentativo di convincere alla disobbedienza riesce. In molti hanno letto tra le righe l’imposizione ex lege di trattamenti nuovi della tecnologia medica, a partire da quelli a mRna. Per l’ex ministro Olivier Véran questa legge «serve a difendersi da gente come il ciarlatano di Canebière». Il riferimento è al professor Didier Raoult, ex direttore dell’Ihu di Marsiglia, che era considerato uno dei massimi esperti mondiali in microbiologia e infettivologia, messo alla gogna in Francia per aver applicato metodi di cura del Covid alternativi, come l’idrossiclorochina.