La Francia ha negato l’estradizione di vari cittadini italiani, per lo più brigatisti, che sono riusciti a trasferirsi con l’obiettivo di sfuggire all’esecuzione di condanne definitive inflitte in Italia per gravi reati (anche omicidi) di matrice terroristica. A commentare questo rifiuto, in editoriale pubblicato su La Stampa, è stato il giudice Gian Carlo Caselli, il quale condanna aspramente il comportamento in questione da parte del Paese.
“Qualche tempo fa un ministro francese ebbe a rivolgersi a quella frazione dei suoi concittadini che era contraria all’estradizione chiedendo che cosa avrebbe detto se qualcuno avesse osato rifiutare alla Francia l’estradizione di uno o più responsabili del grave attentato terroristico del Bataclan”, ha ricordato. “In questo modo quel ministro voleva significare che ci sono leggi dell’umanità che devono affermarsi come vere leggi sanzionate, anziché essere solo frasi di stile. In altre parole, che vi sono diritti insopprimibili legati alla dignità e alle esigenze di ogni stato democratico”.
Francia nega estradizione brigatisti: il commento del giudice Caselli
Il giudice Gian Carlo Caselli, tra le colonne de La Stampa, ha sottolineato dunque la gravità del comportamento della Francia, che ha negato l’estradizione dei brigatisti all’Italia. Il motivo, secondo l’esperto, è da ricondurre ad alcuni pregiudizi nei confronti del nostro Paese. Quest’ultimo è “alimentato dalla favola di un’Italia di fatto fascista in cui i personaggi commettevano gravi delitti per nobili ideali da assumere come giusticazioni scriminanti”. Una situazione che è inaccettabile. “Un saggio ha detto che si può diventare ex terroristi ma non si diventa mai ex assassini. Vale a dire che ci sono delitti contro la civile convivenza democratica che non possono essere cancellati con un tratto di penna. Farlo vuol dire rendersi vittime di una colpevole amnesia”.
E conclude con una critica all’Italia stessa: “Mi chiedo se le nostre istituzioni politiche facciano sempre tutto il possibile perché le istanze di giustizia che appaiono inderogabili siano davvero soddisfatte. Ed è chiaro che non mi riferisco solo ai terroristi in Francia, ma anche al gravissimo scandalo di Giulio Regeni”.