La Francia si oppone all’estradizione degli ex Br. Stando a quanto riportato dall’Ansa, la Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi, che oggi era chiamata a decidere il destino dei 10 italiani condannati per reati legati all’eversione comunista, ha deciso di negare loro l’estradizione richiesta dall’Italia. Gli ex terroristi rossi erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse” nell’aprile 2021. Tra loro anche l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, che era stato condannato a 22 anni di carcere in Italia perché ritenuto uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi.
Ad ascoltare la decisione c’erano tutti gli italiani condannati e fuggiti in Francia, fatta eccezione appunto per il più anziano, Giorgio Pietrostefani, che è da tempo malato. Sottoposto a trapianto, è spesso in ospedale e versa in condizioni che non gli consentono di essere presente alle udienze che lo riguardano. Per lui, così come per gli altri ex terroristi per i quali l’Italia ha chiesto alla Francia l’estradizione, in questi mesi ci sono state diverse udienze, in gran parte rinviate per consentire all’Italia di inviare materiale relativo alle loro condanne.
ESTRADIZIONE, CORTE FRANCIA CITA ARTICOLI 8 E 6 CEDU
Le domande di estradizione riguardano gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti; l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; l’ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin; l’ex membro dei Nuclei armati contropotere territoriale, Narciso Manenti. I loro legali, che avevano fatto richiesta di un complemento di informazione sui dossier, avevano chiesto alla Corte d’Appello di Parigi che venissero respinte le domande di estradizione. E così ha fatto la Chambre de l’Instruction della Corte che, stando a quanto riportato dalla Stampa, ha citato gli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Negli ultimi mesi si era intensificato il dialogo tra il governo italiano e quello francese per il trasferimento degli ex terroristi scappati in Francia, sfruttando la protezione istituita a metà degli anni ’80 con l’introduzione della cosiddetta “Dottrina Mitterand“. L’anno scorso erano stati spiccati dieci mandati di arresto, che sembravano chiudere in maniera definitiva l’epoca di opacità francese nei confronti degli italiani condannati per reati terrorismo.