La Francia decide di prolungare la vita delle centrali alimentate a carbone per evitare carenze energetiche e blackout invernali. La scelta di consentirne il funzionamento fino a fine 2024 è stata presa dal primo ministro Elisabeth Borne e dal ministro della Transizione Energetica Agnès Pannier-Runacher con un apposito provvedimento ed un decreto firmato che consentirà di “superare l’inverno in sicurezza”, anche se come sottolineato nelle dichiarazioni che hanno accompagnato la notizia, attualmente non sussiste un grave rischio di interruzioni come quello dello scorso anno a causa della chiusura dei rubinetti dalla Russia, perchè ora le scorte sono state giudicate sufficienti.
Come riporta il quotidiano Euractiv, le due centrali attualmente rimaste in funzione in Francia, a Cordemais e a Saint-Avold potranno quindi tornare in vita per produrre energia in caso la domanda aumenti improvvisamente o qualora ci fossero problemi nel funzionamento delle centrali nucleari. Una mossa in netta controrendenza rispetto a quanto previsto dall’Unione Europea e da quanto promesso dal presidente Macron nel 2017, che aveva dichiarato la ferma intenzione di chiudere definitivamente gli impianti a carbone entro fine 2022.
Francia riaprirà centrali a carbone fino a fine 2024 in caso di carenza energetica invernale
Per spiegare le motivazioni di questa scelta di prolungare il funzionamento delle centrali a carbone, la ministra Runacher, intervistata dalla tv francese LCI ha dichiarato che attualmente le due centrali che continueranno a produrre energia rappresentano ormai soltanto una minima parte del consumo nazionale, circa lo 0,6%, tuttavia, ha evidenziato che “non è possibile correre il rischio di privare i cittadini dell’elettricità durante l’inverno“.
Pertanto si potrà ricorrere all’aiuto di queste fonti, anche se resta in vigore la decisione di eliminare completamente i combustibili fossili entro il 2030. Un periodo breve rispetto a quello di altri paesi membri dell’unione europea che invece sono ancora indietro con le fonti rinnovabili, come ad esempio la Germania, che dovrebbe terminare il processo di decarbonizzazione non prima del 2035, ma potrebbe arrivare anche al 2038 vista la drastica mossa presa dal governo di voler chiudere completamente le centrali nucleari, cosa che ha costretto il paese a riaprire temporaneamente quelle a carbone per assicurare che non ci siano interruzioni energetiche.