La Francia è pronta a infrangere la legge europea sui diritti umani per difendersi dal rischio di terrorismo. Ad annunciarlo, come riportato dal Times, è stato Gerald Darmanin, il Ministro dell’Interno. “Il nostro Paese deporterà gli stranieri considerati una minaccia senza attendere che la Corte europea esamini i loro ricorsi”, ha affermato. Il Governo, nel caso in cui il parere dei giudici dovesse essere contrario, provvederà a pagare una multa, ma non permetterebbe ai migranti il rientro.
La lotta al terrorismo “non ha tabù”, ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo. La soluzione da lui proposta, in tal senso, non fa sconti. La bozza del decreto, in tal senso, prevede anche l’estensione del periodo di tempo in cui qualcuno può essere tenuto in detenzione senza presentare accuse. È in virtù di ciò che gli stranieri a cui è stato notificato un avviso di espulsione potrebbero rimanere in cella per 18 mesi se hanno anche precedenti penali o sono inseriti nella lista di controllo delle agenzie di intelligence mentre viene gestito il loro processo. Al momento, invece, possono essere detenuti solo per 90 giorni e spesso vengono rilasciati prima che la procedura di allontanamento sia completata.
Francia pronta a infrangere legge europea su diritti umani: la proposta di Gerald Darmanin
Il disegno di legge di Parigi contro i migranti, che arriverà al Senato il mese prossimo e all’Assemblea nazionale a dicembre, vuole anche rendere più semplice l’espulsione dei richiedenti asilo che non riescono a ottenere lo status di rifugiato e fare sì che venga rifiutato il permesso di soggiorno ai richiedenti che non parlano francese o che sostengono l’Islam radicale. La linea, insomma, è netta. “Il mio ruolo è proteggere la popolazione”, ha affermato ancora il Ministro dell’Interno. Ma non sarà semplice convincere l’opposizione
Mentre Gerald Darmanin cerca consensi nei diversi partiti per il decreto che porterebbe la Francia a infrangere la legge europea sui diritti umani, intanto, alcune mosse sono state nella pratica già attuate. Due islamici radicali infatti sono stati deportati in Russia. Uno era stato condannato per terrorismo, l’altro era un sospettato. La Corte europea aveva sostenuto che a Mosca sarebbero stati torturati, ma non è servito per evitare l’allontanamento dal Paese.