12 anni per poter realizzare parte del progetto nucleare. Queste le intenzioni di Emmanuel Macron, che vorrebbe creare il primo di 6 reattori entro il 2035 come leggiamo sul Financial Times. L’obiettivo è sicuramente ambizioso e impervio, ma non così impossibile. Il progetto si inserisce negli accordi europei e internazionali di riduzione del surriscaldamento globale in una progressiva lotta al cambiamento climatico, e porterebbe la Francia a ridurre a zero le emissioni nei prossimi tre decenni.



Per poter realizzare questo piano serviranno ben 52 milardi di euro, e prima ancora occorreranno 100mila specialisti  tra ingegneri, supervisori ed elettricisti. Ma sarà in grado la Francia di mettere in campo tutta questa macchina operativa? “La sfida più grande è se sapremo organizzare un progetto industriale così grande. Nessuno li fa più in Europa. Li fanno la Cina, l’India…”. Così ha spiegato Antoine Armand, parlamentare del partito di Macron (Renaissance).



Dubbi e ostacoli sull’ambizione nucleare francese

“Stiamo puntando sul nucleare con forte ottimismo, dicendo che tutto andrà bene. Tuttavia, oggi non c’è nulla che lo garantisca”, ha affermato la deputata Barbara Pompili, ministro di Macron al suo primo mandato, che però ha appena lasciato il suo partito. Molti sono infatti i dubbi sugli ostacoli ad un tale progetto, soprattutto in termini di tempistiche di realizzazione. Il primo aspetto da superare riguarda però la burocrazia. Proprio per questo motivo è stato approvato un nuovo disegno di legge dal parlamento lo scorso marzo, volto ad eliminare i vincoli che potrebbero ostacolare i piani, tra cui il taglio proprio di parte della burocrazia per le autorizzazioni.



Il secondo aspetto che potrebbe rallentare il progetto nucleare attiene poi la capacità di costruire un bacino di lavoratori qualificati in ambito nucleare nel breve termine, altrimenti i tempi rischierebbero di dilungarsi troppo. Solo superando questi ostacoli la Francia potrà avvicinarsi alla conquista della sovranità energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 insieme agli investimenti nelle energie rinnovabili e alla riduzione dei consumi complessivi.