La Francia ha in progetto di riaprire nuove miniere per l’estrazione dei metalli rari. In seguito a vari studi finanziati dal governo infatti sono state rilevate grandi quantità di queste risorse nel sottosuolo, specialmente per quanto riguarda il litio. Materiale fondamentale per la transizione energetica in quanto principale componente delle batterie per auto elettriche. Per questo motivo, le autorità hanno accertato che una volta concluso il piano si potrebbe arrivare ad una produzione del 40% di tutto il fabbisogno nazionale, un traguardo importante per limitare la dipendenza dalle importazioni di metalli e materie prime da paesi terzi come ad esempio la Cina.
Il quotidiano Le Parisien ha analizzato le prospettive future interpellando diversi economisti ed esperti di minerali critici, che hanno confermato che l’estrazione diretta nei siti francesi individuati dagli studi, permetterà al paese di raggiungere una quantità adeguata di risorse per soddisfare gran parte della domanda interna. Resta però da valutare non solo quali siti riaprire, tra quelli che erano attivi in passato, ma soprattutto ottenere permessi per creare nuove miniere nei territori individuati per ricchezza di metalli.
Francia, il piano nazionale per aprire nuove miniere di estrazione metalli rari
Dall’analisi degli economisti francesi in merito ai materiali che serviranno per completare la transizione energetica, è emerso che la domanda di litio, cobalto e nichel aumenterà nei prossimi anni in maniera esponenziale. Questo dato, unito alla necessità di decarbonizzazione, evidenzia la necessità di studiare un piano per raggiungere il fabbisogno di materie prime per quanto più possibile da risorse interne. E dopo numerosi studi è stato scoperto che in realtà c’è grande presenza di giacimenti di questi minerali in suolo francese.
Quindi, non solo potrebbero a breve essere riaperte le miniere, ma ci sono vari progetti per nuovi siti estrattivi. Le autorità hanno espressamente autorizzato queste ricerche, nella speranza di trovare giacimenti. Gli studi hanno avuto successo, ma c’è un problema da affrontare. Si tratta di numerose associazioni che da sempre si oppongono a questo tipo di attività, sostenendo che possa causare disastri ambientali e sprecare risorse più preziose come ad esempio l’acqua. Tuttavia la maggior parte degli analisti sostiene che questo progetto possa costituire una grande opportunità, non solo per acquisire importanti materie prime energetiche, ma anche per creare grande quantità di posti di lavoro.