Molto rumore per nulla verrebbe da dire dopo quanto accaduto in Francia. Da Parigi erano arrivate nuove critiche al governo italiano per la sua linea sulla crisi migranti, nel frattempo la maggior parte degli immigrati arrivati con la Ocean Viking sono stati rilasciati dal sistema giudiziario francese. Dopo i quattro minori sfuggiti al controllo per motivi procedurali, dopo la scomparsa nel nulla di una ventina di bambini, è il sistema giudiziario in Francia a essere messo alla prova e a finire in discussione sul fronte migranti. Infatti, i bambini sbarcati con la Ong sono stati preso in carico dal sistema di assistenza all’infanzia, mentre 189 adulti sono stati collocati in una “zona di attesa” prima di essere intervistati dall’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra). Ma quando i migranti vengono portati in centri di questo tipo, possono rimanervi per quattro giorni, poi serve un’estensione di massimo 26 giorni, che va richiesta ad un giudice della libertà e della detenzione.



Questo giudice, come ricostruito da Le Figaro, ha 24 ore di tempo per decidere. “Il tribunale di Tolone è stato improvvisamente sommerso da circa 180 casi. È un vero fiasco, perché queste scadenze non sono adeguate a un tale afflusso di richieste“, afferma Sophie Caïs, presidente degli avvocati di Tolone, al giornale francese. Il tribunale locale ha risposto all’emergenza mobilitato cinque giudici ogni giorno, ma evidentemente non basta. Inoltre, i 26 avvocati nominati come comitati di ufficio non erano tutti necessariamente preparati a questa situazione specifica, quindi hanno dovuto seguire corsi di formazione accelerati.



MIGRANTI OCEAN VIKING: CAOS A TOLONE

È la prima volta che un volume così elevato di casi deve essere trattato in un lasso di tempo così breve, ed era impossibile assorbire questo numero considerevole di casi“, anche perché la procedura non è adatta ad ondate di arrivi. Un’ammissione che sa di autogol, visto che l’Italia lamenta questa situazione, venendo ignorata dal resto d’Europa. “Per più della metà dei casi, il termine per decidere è stato superato, il che ha portato i giudici ad archiviare il caso o a dichiararlo nullo“, aggiunge Caïs. Martedì il caos. “C’era un’enorme carenza di interpreti: durante l’udienza, parlavo con cittadini del Bangladesh con Google Translation. Per non parlare di alcuni agenti della PAF (polizia di frontiera) che non sono addestrati per questo tipo di situazioni“. Venerdì, il tribunale ha annunciato di aver convalidato il rilascio di “quasi tutti, se non tutti” i 108 migranti che chiedevano di non essere più rinchiusi. Da parte sua, l’Ofpra ha emesso “123 pareri sfavorevoli“, quindi questi migranti dovrebbero essere normalmente soggetti a procedure di espulsione, anche se questo non è stato specificato dal Ministero dell’Interno. Tuttavia, non a tutti è stato rifiutato l’ingresso nel Paese: 66 hanno ricevuto un parere favorevole, secondo il Ministero francese. Coloro ai quali l’Ufficio ha negato l’ingresso nel Paese attraverso una procedura di richiesta d’asilo alla frontiera, ma il cui trattenimento nella zona d’attesa è stato respinto dalla Corte d’appello di Aix-en-Provence, possono ora avviare una procedura di richiesta d’asilo classica.



MIGRANTI, RETROMARCIA FRANCIA SU MELONI?

Dobbiamo riuscire a costruire una strategia che sia in linea con i nostri principi e che si confronti con la realtà. Questa è la nostra sfida sull’immigrazione. La pressione migratoria è aumentata in modo significativo negli ultimi anni in Europa. E le nostre regole non sono fatte per questa situazione. Quindi dobbiamo cambiarle“, fa sapere l’Eliseo dopo l’ondata di critiche che ha raggiunto il presidente Emmanuel Macron in Thailandia sul tema migranti. “Se vogliamo essere umani ed efficaci, dobbiamo realizzare la riforma che il governo ha iniziato a preparare“, aggiunge l’entourage del Capo dello Stato. La questione non riguarda però solo la Francia. La mossa dell’Italia di non accogliere i migranti dell’Ocean Viking nei suoi porti era stata definita un brutto gesto e Macron aveva definito “insostenibile” la posizione italiana. D’altra parte, è consapevole che l’Italia, in quanto Paese di primo ingresso, è soggetta ad una forte pressione migratoria, quindi ha bisogno di una vera strategia di cooperazione europea. “Ciò significa lavorare a monte con i Paesi da cui provengono i migranti per aiutarli a svilupparsi, rafforzare la protezione delle frontiere. Dall’Europa ma anche dalle coste africane, per evitare le partenze. Infine, quando queste partenze hanno luogo, è necessario implementare un meccanismo di solidarietà europea per rimpatriare meglio i migranti. Questo significa superare il litigio con Giorgia Meloni“, scrive Le Figaro. Una linea che sembra condivisa dall’Eliseo: “Ora sono qui, eletti dal loro popolo. Dobbiamo quindi lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci per l’immigrazione“.