In Francia il governo aveva recentemente proposto, per accelerare la transizione energetica il divieto di vendita caldaie a gas previsto per il 2026, questa scadenza imminente però ha suscitato varie polemiche, non solo da parte delle industir eproduttrici e fornitrici di energia, ma anche dalle famiglie che utilizzano questa fonte per il riscaldamento, attualmente pari al 40% di tutta la popolazione. Per questo anche le associazioni dei consumatori hanno avanzato la richiesta ufficiale al governo di provvedere a fare un passo indietro e concedere un periodo di tempo più lungo per l’adeguamento ai nuovi sistemi, prevalentemente da reti geotermiche.



Come riporta il quotidiano Le Parisien, ora è attesa una nuova consultazione pubblica sulla “decarbonizzazione degli edifici” che potrebbe rivedere i termini e modificare anche gli aiuti di stato,  dopo quella che aveva decretato l’addio alle caldaie a gasolio già lo scorso anno. Tutto ciò però non sarà reso ufficiale prima dell’autunno, anche se c’è un’alta probabilità che la Francia segua l’esempio di Germania e Paesi Bassi che già hanno modificato le scadenze per andare incontro alle seigenze delle famiglie.



Francia, divieto vendita caldaie a gas dal 2026, il governo ci ripensa

Con molta probabilità il governo francese deciderà di fare dietro front per quanto riguarda il provvedimento di stop alla vendita di caldaie a gas, che era previsto altrimenti per il 2026. Un termine giudicato troppo precoce per poter garantire un necessario periodo di transizione verso fonti energetiche alternative, Nel frattempo si sta studiando quale tipo di riscaldamento sia preferibile incentivare, anche tramite bonus e aiuti statali per famiglie e imprese. Il problema principale infatti è che milioni di famiglie sarebbero costrette a passare alle pompe di calore, non solo poco economiche dal punto di vista della manutenzione e del consumo, ma soprattutto non efficienti come quelle a gas.



La vice direttrice della compagnia Engie, Cécile Prévieu, ha spiegato al quotidiano Le Parisien che “Una pompa di calore diventa inefficiente quando la temperatura esterna scende sotto i 3-5 °C, oppure in alcune case di grandi dimensioni“. Per questo sarebbe meglio studiare sistemi ibridi con incentivi, per permettere un adeguato livello di riscaldamento anche nelle zone più fredde o dove la rete geotermica non è accessibile.