Nicolas Sarkozy rischia il processo per i presunti finanziamenti della Libia per la campagna elettorale del 2007 che lo portò all’Eliseo. La procura nazionale finanziaria (PNF) francese nella sua requisitoria finale ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente della Repubblica e per altre 12 persone. Questi ultimi hanno un mese di tempo per formulare le loro osservazioni ai giudici istruttori, che decideranno poi se seguire o meno l’accusa. Per Sarkozy, che respinge le accuse ricevute, è stato chiesto che venga processato per corruzione passiva, associazione a delinquere, finanziamento illecito di campagna elettorale e occultamento di appropriazione indebita pubblica libica.
La decisione finale sul processo spetta ai giudici istruttori, che sono competenti sul dossier aperto nel 2013. Stando a quanto riportato da Euronews, che cita fonti giudiziarie, il reato di associazione a delinquere ipotizzerebbe che Sarkozy abbia coscientemente lasciato che i propri collaboratori, sostenitori e alcuni intermediari «agissero al fine di ottenere o tentare di ottenere» dal regime di Muammar Gheddafi «appoggi finanziari in vista del finanziamento della sua campagna elettorale del 2007». Tra le altre 12 persone ci sono l’ex braccio destro di Sarkozy, Claude Guéant, tesoriere della campagna presidenziale.
“CIRCUITI OPACHI DI CIRCOLAZIONE DI FONDI LIBICI”
L’atto d’accusa frutto di dieci anni di indagini, esaminato dall’agenzia France-Presse, afferma che «se da un lato appare chiaro che la totalità dei fondi libici inizialmente destinati (alla campagna elettorale) non è stata mobilitata a tale scopo», d’altra parte «circuiti opachi di circolazione dei fondi libici (hanno) portato, alla fine, a esborsi di denaro contante in tempi e cronologie compatibili con un uso occulto» durante le elezioni presidenziali del 2007. L’accusa sostiene che «diverse persone vicine a Nicolas Sarkozy hanno costantemente agito come intermediari». Queste azioni «non avrebbero potuto (…) essere intraprese senza l’approvazione e la piena conoscenza di quest’ultimo». Contattato da Le Monde, l’entourage di Sarkozy non ha rilasciato alcun commento. Ma nel corso dell’inchiesta, l’ex presidente francese ha contestato i fatti, parlando di una «cospirazione».
“SARKOZY CHIESE A GHEDDAFI DI AIUTARLO”
Emersa poco prima delle elezioni presidenziali del 2012 da Mediapart, la vicenda ha portato nel 2013 all’apertura di un’inchiesta giudiziaria, rivelando trasferimenti e scambi opachi di banconote di grosso taglio. Queste somme non sono state dichiarate dal tesoriere della campagna, Eric Woerth, e il PNF lo accusa di «complicità nel finanziamento illegale di una campagna elettorale». Gli inquirenti hanno tracciato due fili tra Parigi e Tripoli. Il primo collega l’uomo d’affari Ziad Takied-Dine, vicino alle reti di Gheddafi, l’altro ad Abdallah Senoussi, cognato di Gheddafi. Tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, un uomo d’affari, accusato dal PNF di complicità in corruzione, dice di aver trasportato 5 milioni di euro in contanti tra Tripoli e Parigi, per consegnarli a Sarkozy, allora ministro dell’Interno, e al suo direttore della rete di cabotaggio Claude Guéant. Per questi fatti il PNF chiede la destituzione di Guéant, nello specifico per complicità in corruzione passata e complicità nel finanziamento illegale di una campagna elettorale.
Questo trasferimento di fondi sarebbe stato organizzato dopo il viaggio ufficiale di Brice Hortefeux, ministro degli Enti locali e regionali, in Libia alla fine del 2005 – cosa che però Hortefeux nega. Inoltre, una società di proprietà di Ziad Takieddine ha effettuato un trasferimento di 440mila euro da un conto alimentato con denaro libico al conto alle Bahamas di Thierry Gaubert, un ex collaboratore di Sarkozy. Gli inquirenti sospettano che parte di questa somma sia stata usata per finanziare la campagna elettorale. A questa rete si aggiunge quella formata da Alexandre Djouhri, uomo d’affari inizialmente vicino agli ambienti sciiti, e da Bechir Saleh, grande finanziatore di Gheddafi. Dopo diverse smentite, quest’ultimo ha affermato che nell’ottobre 2005 Nicolas Sarkozy aveva «chiesto a Muammar Gheddafi di aiutarlo nella sua campagna elettorale», scambio confermato da diversi testimoni ascoltati dai tribunali. Djouhri è quindi accusato di occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici e corruzione attiva di agente straniero.