Clima di alta tensione in Francia, brutte notizie per Emmanuel Macron. La maggioranza del presidente è infatti caduta in Parlamento: tutta colpa della legge sull’immigrazione proposta dall’esecutivo. Da destra a sinistra, dal Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen fino alla France Insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon, l’opposizione ha votato compatta per bocciare il progetto di legge. Un vero e proprio terremoto che chiama in causa il falco dell’esecutivo, il ministro dell’Interno e principale promotore della legge, Gérald Darmanin.



Come riportato dall’Ansa, Darmanin ha rassegnato le dimissioni a Macron, ma quest’ultimo le ha respinte, chiedendo a lui e al primo ministro Borne una soluzione per uscire dallo stallo. Umore completamente diverso tra i partiti di opposizione, in prima fila la Le Pen che ha parlato di sconfessione estremamente pesante per il governo: “Abbiamo protetto i francesi dal richiamo migratorio”. Per Jean-Luc Mélenchon si intravede “la fine del cammino”. Opposizioni unite anche nella richiesta di dimissioni da parte di Darmanin.



Francia, schiaffo a Macron sull’immigrazione

Clima di altissima tensione, dunque, con Macron in piena difficoltà. La bocciatura arrivata ieri in Parlamento è stata a dir poco clamorosa, considerando il pressing dell’Eliseo sul pacchetto immigrazione. Il presidente ha denunciato in consiglio dei ministri il “cinismo” e il “gioco al massacro” delle opposizioni nel loro rifiuto di adottare il progetto di legge presentato dal ministro dell’Interno Darmanin. “Il voto di ieri non svela l’esistenza di una maggioranza di sostituzione” ma punta “a bloccare il Paese”, l’analisi di Macron, che non ha esitato a puntare il dito contro il “cinismo”, l”‘incoerenza” e “il gioco al massacro, in particolare, da parte di due partiti di governo che hanno diretto il Paese per 40 anni”, il Partito socialista e i Républicains. “Abbiamo bisogno di una legge sull’integrazione e l’immigrazione” e “difendiamo l’equilibrio del nostro testo”.

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