In Francia è scoppiato un caso in seguito all’iniziativa di un insegnante di prima media che ha introdotto durante una lezione di francese il dipinto “Diana e Atteone” del celebre pittore Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino, figura di spicco del tardo manierismo. Il quadro, tratto da un episodio delle Metamorfosi di Ovidio, raffigura Atteone che sorprende la dea Diana e le sue ninfe durante un bagno. La controversia presso la scuola elementare di primo grado Jacques-Cartier d’Issou, situata nei sobborghi di Parigi nel dipartimento delle Yvelines, è stata innescata dalle rappresentazioni di donne nude presenti nell’opera d’arte. Il fatto, avvenuto lo scorso 7 dicembre, avrebbe sconcertato alcuni studenti musulmani, dichiaratisi scioccati dalla presenza di figure femminili svestite, e hanno sollevato una protesta, accusando anche l’insegnante di aver tenuto discorsi razzisti e islamofobi.



Come apprendiamo da Libero le tensioni si sono fatte ancora più accese e non si sono fermate ad un semplice malcontento generale. Gli studenti infatti, insieme alla comunità islamica del luogo, sono arrivati perfino a minacciare l’insegnante.

IL CASO DEL DIPINTO CON NUDITÀ: LA PROTESTA DEGLI INSEGNANTI

Le reazioni dal mondo islamico sono spesso piuttosto aggressive, al limite del fanatismo, tanto che episodi come quello verificatosi di recente non sarebbe isolato. Ricordiamo quanto accaduto addirittura a Samuel Paty, l’insegnante tragicamente assassinato il 16 ottobre 2020 per aver mostrato ai suoi studenti alcune caricature di Maometto del 2012 tratte dal giornale satirico Charlie Hebdo. Di fronte a quell’atroce avvenimento è risuonato l’allarme e ora l’insegnante, che ha ricevuto anche la solidarietà dei colleghi, teme per la propria incolumità.



I professori dell’istituto scolastico francese, a questo punto, hanno deciso di esercitare il loro “droit de retrait” (diritto di recesso), un meccanismo che consente ai dipendenti in Francia di rifiutare di riprendere il lavoro in presenza di una situazione, a loro dire, di “pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute”, in attesa di giungere a un accordo con il datore di lavoro.

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