Il Parlamento UE in queste giorni, tra le altre cose, sta discutendo una legge rivoluzionaria sullo stupro, che darebbe una definizione comune del reato affinché gli Stati membri abbiano una direttiva su cui orientarsi. Tuttavia, Francia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca si starebbero opponendo, assieme ad altri Stati, al testo, ritardandone l’approvazione, comunque resa complicata anche dalla posizione della Germania e di altri stati indecisi.



Secondo le bozze diffuse fino ad ora il testo che la Commissione UE che non piace alla Francia ha proposto di riconoscere lo stupro a livello comunitario, introducendo una nuova fattispecie di reato, all’interno di un testo più articolato che punta a ridurre in generale la violenza contro le donne e quella domestica. Complessivamente, verrebbero vietati in tutti gli Stati membri i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali femminili, le molestie sessuali e la sterilizzazione forzata. A finire sotto la lente della Francia e degli altri tre stati è, però, il solo articolo 5 della proposta, secondo il quale lo stupro è definibile con il solo consenso, e sarebbe sufficiente che la vittima “non abbia acconsentito all’atto” affinché si possa riconoscere il reato.



Perché la Francia contesta la legge UE sullo stupro

La Francia, insomma, si starebbe opponendo alla sola definizione comune di stupro, mentre il resto del testo proposto avrebbe trovato l’ampio consenso di tutti gli Stati membri. Complessivamente, l’articolo 5 della proposta ha ottenuto la sola approvazione di Italia, Belgio, Grecia, Lussemburgo, Croazia, Svezia, Irlanda, Spagna e Portogallo, non sufficienti affinché venga approvato, mentre la Germania non avrebbe ancora espresso una posizione chiara.

L’articolo sullo stupro della legge UE, secondo la Francia, non potrebbe essere applicato soprattutto perché si tratta di una questione di diritto penale interno, che non è inclusa nell’elenco dei cosiddetti “eurocrimini”. Questi sono una serie di reati riconosciuti a livello europeo ed incudono, tra gli altri, la corruzione, il terrorismo e lo sfruttamento sessuale. Quest’ultima circostanza è quella a cui si appellano gli stati che vogliono approvare l’articolo 5 della proposta UE, riconoscendo lo stupro come una forma sfruttamento. Tuttavia, la Francia lamenta anche il fatto che il nuovo testo non sarebbe in linea con la Convenzione di Istanbul, che regola già gli abusi con una definizione differente, ma sempre riconoscendone il concetto di consenso.