I droni della polizia arrivano in Francia. Gli strumenti, dotati di telecamere ad alta definizione, verranno controllati da terra e saranno inviati alle principali stazioni di polizia delle grandi città, alle gendarmerie e ai reparti delle forze mobili. Centinaia di operatori sono stati formati per farli funzionare, dopo venti ore di istruzione. Ne saranno munite anche squadre come la polizia di frontiera (PAF) e le dogane. I vigili del fuoco erano già autorizzati a utilizzare i droni per monitorare i grandi incendi. Ne rimarrà sopravvissuta solamente la polizia municipale. Il Consiglio costituzionale ha infatti respinto l’anno scorso l’esperimento.



Autorizzati grazie a un decreto del Ministro dell’Interno del 19 aprile, i droni rivoluzioneranno i corpi di polizia. Gérald Darmanin ha dichiarato a Le Figaro: “Abbiamo messo fine a un’anomalia: tutti in Francia potevano pilotare droni, tranne la polizia! Hanno dimostrato nei giorni scorsi la loro utilità nella lotta ai rodei, ma anche nel contesto della violenza a margine delle manifestazioni, consentendo diversi arresti”.



Le modalità di utilizzo

La privacy dei cittadini francesi è salva: i droni non voleranno tutto il giorno, alla ricerca di crimini e di immagini per intrappolare le persone. Dovranno infatti essere utilizzati in maniera molto rigida per la “Prevenzione di attacchi a persone e proprietà”, “sicurezza degli assembramenti”, “prevenzione di atti terroristici”, “regolazione dei flussi di trasporto”, “sorveglianza delle frontiere – terze parti”, ” soccorso alle persone”, come si legge su Le Figaro. Un’ordinanza del 19 aprile ha fissato anche il numero di telecamere sui droni che possono operare contemporaneamente in ogni reparto: ce ne saranno fino a 100 nei dipartimenti considerati più sensibili. Altri venti vedono la soglia fissata a un massimo di 70 telecamere, mentre il resto dei dipartimenti ne avrà 40.



Per ogni utilizzo di droni, in Francia, il prefetto dovrà attestare che “non esiste dispositivo meno invadente che consenta di raggiungere gli stessi fini”. Quando questo registrerà, le autorità dovranno offuscare le immagini dalle finestre di casa entro ventiquattro ore, per rispetto della privacy. Non potrà esserci riconoscimento facciale e la registrazione sarà conservata per sette giorni. “I droni forniscono una visione d’insieme della situazione e rappresentano uno straordinario strumento decisionale”, ha affermato il direttore generale della polizia nazionale, Frédéric Veaux. Occhio però ai “difetti”: come sottolineato dal capo distretto della polizia, “Consumando energia, i droni possono effettuare solo una sequenza aerea di circa trenta minuti; devono decollare da una base a meno di circa 1,5 chilometri dalla zona di sorveglianza, è abbastanza restrittivo”.