La condivisione di ogni momento della quotidianità sui social sta sfuggendo di mano. Ma il problema si pone maggiormente quando ad essere postate senza remore sui social sono le foto dei bambini. Molti genitori probabilmente sottovalutano i rischi della pedopornografia, condividendo innocentemente immagini dei figli minori senza rispettarne la privacy. Sul tema è intervenuta la Francia con un progetto di legge ad hoc, e ora anche in Italia si inizia ad avvertire l’esigenza di un intervento mirato. Il disegno di legge francese si fonda su dati allarmanti.



Come ha fatto presente il deputato Bruno Studer, il 50% delle foto che arrivano sui siti pedopornografici proviene dai social da cui vengono carpite illegalmente. Il problema sta quindi a monte: occorre limitare la condivisione da parte dei genitori social. Ciò a cui quindi mira il testo, approvato già in prima lettura in parlamento, è di porre fine a pratiche virali che si potrebbero ritorcere contro i minorenni. In Italia, sulla scia francese, ci si vuole muovere nella stessa direzione. Perlomeno nelle intenzioni del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza Carla Garlatti.



Regolamentare la privacy dei minori anche in Italia: Carla Garlatti sollecita il Governo

Carla Garlatti è voluta intervenire sul tema del diritto alla privacy dei minori inviando una nota alla Premier Giorgia Meloni, chiedendo l’adozione di misure atte a contenere il fenomeno dell’esagerata pubblicazione social di foto di bambini e ragazzini. La Garante ha voluto sottolineare le preoccupazioni che aleggiano intorno a queste pratiche. Non solo rischi pedopornografici ma anche possibili ripercussioni in termini di cyberbullismo. Non potrebbero infatti mancare casi di prese in giro nei confronti di minori ritratti in situazioni simpatiche agli occhi dei genitori, ma che potrebbero causare in futuro complessi o comunque fonte di vergogna ai minori stessi. Carla Garlatti, nell’intervista al Messaggero, ha poi anche voluto rimarcare il messaggio sbagliato che le condivisioni social sembrano voler trasmettere, come se l’esistenza di una persona avesse bisogno di essere testimoniata in ogni sua attività sui canali social. Intanto in qualità di garante dell’infanzia e dell’adolescenza, nell’attesa di un pronto intervento governativo, la Garlatti si sta muovendo sensibilizzando sul tema, anche attraverso progetti nelle scuole elementari che evidenzino i pericoli connessi alla diffusione di foto su web e social.

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