È un vero e proprio (mini) scontro diplomatico tra Francia e USA quello che si è generato attorno alle parole – sicuramente provocatorie, ma a suo avviso altrettanto ironiche – del deputato socialista Raphaël Glucksmann, leader del partito Place Publique, che ha suggerito agli States di restituire la Statua della Libertà dopo la virata liberticida che il politico imputa all’elezione di Donald Trump; il tutto con l’immediata – ed ancor più provocatoria – risposte dalla Casa Bianca nella persona della portavoce ufficiale Karoline Leavitt che (quasi ovviamente) ha respinto la richiesta.
Partendo dal principio, è bene ricordare che la Statua della Libertà – vero e proprio simbolo di New York – fu regalata dall’allora governo francese agli USA in occasione del centenario della Dichiarazione d’Indipendenza, ergendosi a simbolo della libertà per tutti gli immigrati che negli anni ’80 e ’90 dell’ottocento raggiungevano i posti americani in cerca di quelle opportunità e fortune che da sempre caratterizzano il cosiddetto ‘sogno americano‘.
Gli USA rispondono alla provocazione della Francia sulla Statua della Libertà: “Ringraziateci per la Seconda guerra mondiale”
Proprio in virtù della sua centenaria storia di simbolo della libertà per eccellenza e – forse soprattutto – a causa del fatto che oggi gli USA “hanno scelto di stare dalla parte dei tiranni” arrivando a licenziare ricercatori, secondo Glucksmann è arrivato il momento che “restituiscano la Statua della Libertà” che a suo avviso viene ormai “disprezzata” e che starebbe certamente “benissimo a casa nostra”; arrivando anche a sottolineare che gli stessi ricercatori licenziati perché “parlano liberamente” potranno altrettanto trovare nuove fortune in terra francese, rendendola “il Paese degli scienziati”.
Una proposta – quella arrivata dalla Francia – ovviamente provocatoria, ma che sembra essere stata presa eccessivamente sul serio dalla Casa Bianca, con la portavoce Karoline Leavitt che poco dopo l’intervento di Glucksmann (diventato ovviamente virale sul web) ha esortato i francesi ad essere “riconoscenti” nei confronti degli USA perché è solamente grazie a loro che “oggi non parlano tedesco“, con un chiaro rimando alla Seconda guerra mondiale che si concluse grazie al fondamentale supporto statunitense; il tutto – peraltro – definendo lo stesso Glucksmann solamente un “piccolo uomo (..) sconosciuto” e negando fermamente la restituzione della Statua della Libertà.