Lunedì prossimo le spoglie del dittatore di Spagna Francisco Franco – sepolto assieme alla moglie all’interno del mausoleo-Basilica della Valle dei Caduti a Madrid – sarebbe dovuto esser riesumate e spostate, a termine di un percorso giudiziario durato anni che ha visto sempre più dividersi la politica e società spagnola. Il colpo di scena però è arrivato questa mattina quando la Corte Suprema spagnola all’unanimità (composta a 5 giudici, tutti concordi) ha bloccato la riesumazione accogliendo la richiesta della famiglia del generalissimo, morto il 20 novembre 1975 dopo aver retto il potere in Spagna fin da prima della Seconda Guerra Mondiale. El Pais ha fatto sapere che il trasferimento delle spoglie, decisa dal Governo Sanchez, era in programma proprio lunedì prossimo ma che i giudici hanno optato per attendere la sentenza definitiva sul ricorso presentato dai familiari dell’ex caudillo.
FRANCISCO FRANCO, LA SPAGNA LITIGA ANCORA SUL GENERALISSIMO
I Popolari e Ciudadanos da anni ritengono che continuare a dividersi su un uomo che ha dilaniato il proprio Paese non ha più molto senso, mentre il Psoe ha sempre promesso ai suoi elettori – una volta al Governo – di voler spostare Francisco Franco da quel mausoleo perché considerato un affronto alle vittime della guerra civile essere sepolte assieme a chi ha contribuito a quel sistema di potere connivente al nazifascismo di Hitler e Mussolini. Oggi il governo Sanchez ha fatto sapere che rispetterà la decisione della Corte Suprema, ma andrà comunque avanti nel proprio intento di voler far spostare le spoglie del Generalissimo: «Raggiungere l’obiettivo finale è più importante di tutta la strada che dobbiamo percorrere» ha commentato la vicepremier Carmen Calvo. L’intento del Governo spagnolo è quello di spostare le spoglie di Franco nel cimitero di Mingorrubio-El Pardo, dove era già sepolta la moglie di Franco, Carmen Polo: «qui sarebbero garantite le condizioni di dignità e rispetto che la degna sepoltura necessaria a garantire la privacy dei familiari», spiegano ancora dall’esecutivo socialista.