Franco Arminio, poeta-paesologo, scrittore e regista italiano, interverrà oggi nel corso dell’appuntamento di Che ci faccio qui per parlare di borghi abbandonati e di quei paesi dei quali oggi non si occupa più nessuno. Negli ultimi anni, Arminio è stato in prima linea nella lotta allo spopolamento di tante piccole comunità, che giorno dopo giorno continuano a svuotarsi senza mai perdere, però, la loro identità; lo scrittore è da sempre in prima linea anche in una serie di battaglie civili, fra le quali la lotta all’installazione di discariche in Alta Irpinia e la chiusura dell’ospedale di Bisaccia, in provincia di Avellino, luogo dove è nato e dove vive ancora oggi. Nella sua attività letteraria ha inoltre scritto numerosi libri, collezionando diversi riconoscimenti: con Cartoline dai morti ha ottenuto nel 2011 il premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”, mentre con Terracarne (edito da Mondadori) ha vinto il premio Volponi e il premio Carlo Levi. Roberto Saviano lo ha definito “uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato”.



Franco Arminio: “La paesologia è una forma di attenzione a dei luoghi

“Ho sempre vissuto nel mio paese non ho mai pensato di lasciarlo”: parla così Franco Arminio in una video intervista concessa a Italia Che Cambia. “A un certo punto – spiega il poeta-paesologo – ho cominciato a viaggiare nei dintorni e questa è la paesologia: quando ho un po’ di tempo vado a vedere che aria tira nei paesi vicini”. Arminio fa dei luoghi dimenticati il focus del suo interesse: “L’idea è che questi paesi non sono come molti credono in estinzione, non stanno morendo; in realtà non sono un problema dell’Italia, in realtà questi paesi per me sono una grande risorsa”. D’altra parte, spiega lo scrittore, “la paesologia è una forma di attenzione a dei luoghi, a dei paesi a cui spesso non danno attenzione nemmeno le persone che ci stanno dentro” e si distingue nettamente dalla paesanologia, l’attività dello “storico locale, quello che si occupa solo del suo paese, del passato del suo paese”. Il paesologo, infatti, tende a interessarsi “di tutti i paesi, ma soprattutto del presente e dell’avvenire, appunto con l’idea che questi paesi hanno un avvenire”.



Franco: “Scrivo versi da quando avevo sedici anni”

In una recente intervista, Franco Arminio parla dello stato attuale in cui versa la poesia. Raggiunto da Internopoesia.com, spiega che l’attività di scrittura “è collegata allo stato di salute dei scriventi in versi” e, pur ammettendo di non avere “studi specifici” per fornire una risposta esatta alla domanda, crede che “forse lo stato di salute è migliore del passato se pensiamo alla voglia di poesia”. Oggi, spiega infatti lo scrittore e paesologo, è “come se ci fossero più persone che cercano qualcosa pensando di trovare questo qualcosa nella poesia”. Poeta sin dalla giovanissima età, “posso solo dire che scrivo versi da quando avevo sedici anni”, vede nella poesia “una sorta di perenne riparazione, una lotta contro l’evanescenza del tempo, lo sfiatamento della giornata”. Ma la poesia per Arminio è anche “un’arma per scavare nel male tentando di tirarlo fuori, come una chirurgia fai da te”.

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