Franco Baresi ha rilasciato una lunga e splendida intervista ai microfoni del Corriere della Sera, in cui ha raccontato di se stesso a 360 gradi. Tanti gli argomenti trattati, a cominciare dal Milan ovviamente, quella che l’ex capitano rossonero definisce la sua seconda famiglia: «Certo. Io ho perso mia madre a tredici anni, mio padre a diciassette. Io nelle cose ho sempre cercato stabilità. Nel lavoro, nello sport, nella famiglia. Lo sa che lo scorso 10 settembre abbiamo raggiunto i trentotto anni di matrimonio con mia moglie? E stiamo insieme da 40».
E a proposito della moglie, Maura Lari: «Maura serviva ai tavoli del ristorante Piccolo Alleluja di Montevarchi. Era la figlia del proprietario. Il massaggiatore del Milan, Paolo Mariconti, si accorse che io guardavo rapito quella bellissima ragazza bionda. E allora mi tirò la volata e le disse: “Signorina, per favore serva prima lui, perché è il capitano”. Arrossii. Ma da allora io e Maura non ci siamo più lasciati e ogni anno festeggiamo il giorno che ci siamo sposati. Le ho mai detto ti amo? Glielo dico tutti i giorni. Non passa giorno senza che io glielo ricordi. Se un giorno mi passa di mente, quello successivo mi affretto a ricordarglielo».
FRANCO BARESI: “SONO UN UOMO DI EMOZIONI”
Del resto Franco Baresi è un uomo di emozioni: «Molto. Ho pianto tanto nella mia partita d’addio. E il mio è stato un pianto di gioia, perché vedere tutti quei tifosi e quei colleghi che mi festeggiavano è stata un’emozione mai vissuta. Una volta in uno dei club rossoneri mi lessero la lettera di un tifoso. Piansi anche lì».
Tanti i fan di Franco Baresi, ma ce ne è uno forse più degli altri: «Forse Ricky Tognazzi, simpatico e intelligente. Ma nominarne uno vuol dire fare torto a tutti gli altri. Maradona una volta disse “Baresi è uno dei migliori”. Detto da un campione immenso come Diego come fai a non commuoverti?». Franco Baresi è anche papà di due figli, Edoardo e Gianandrea: «L’unica cosa che mi importa è che siano felici? È vero. Uno si occupa di finanza, l’altro di arte. Ci vediamo e ci sentiamo spesso. Diventare nonno? È un pensiero che ricorre. Vedremo».