La notizia della morte di Silvio Berlusconi ha lasciato in lacrime l’intero mondo della politica e della televisione ma non soltanto. Tra i campi nei quali il Cavaliere ha avuto successo, anche quello calcistico. Indimenticabile il suo Milan, in grado di alzare al cielo ben 5 Champions League – o Coppe dei Campioni – con una squadra tra le più forti della storia del calcio. Franco Baresi, ex capitano rossonero che ha ben conosciuto il presidente, a Sky Sport ha rilasciato una breve dichiarazione: “Mi sento più solo. Per me era come un padre, un presidente unico e affettuoso per tutti. Ha realizzato i miei sogni”.
Anche Paolo Maldini, che nel Milan ha giocato 25 anni in prima squadra, ha voluto salutare il Cavaliere nel giorno della sua scomparsa all’età di 86 anni. Su Instagram, l’ormai ex direttore tecnico rossonero ha scritto: “Ci lascia un genio, visionario e sognatore, ma soprattutto un amico che ha cambiato la storia della nostra Italia. Grazie di tutto Presidente, hai fatto vivere a tutti noi milanisti un sogno lungo più di 30 anni, nessuno sarà mai come te”.
Berlusconi, il saluto del Milan
Il cordoglio del mondo del calcio dopo la morte di Silvio Berlusconi non poteva che essere capitanato dal suo Milan. In un comunicato, il club ha salutato così il presidente più vincente della storia rossonera: “AC Milan profondamente addolorato piange la scomparsa dell’indimenticabile Silvio Berlusconi e si stringe con affetto alla famiglia, ai collaboratori e agli amici più cari. “Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan”. Grazie Presidente, per sempre con Noi”.
Tra gli allenatori più vincenti sotto la gestione Berlusconi c’è senza alcun dubbio Arrigo Sacchi, che all’Ansa ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Sto male, nonostante tutto non me l’aspettavo. Silvio Berlusconi è stato un uomo generoso ed ha cercato di cambiare questo Paese difficile, formato da individualisti. Lo era anche lui? No, pensava di insieme e vedeva lontano: quando mi prese gli dissi “lei o è pazzo o è un genio”. Visti i risultati, datemi voi la risposta…”.