Franco Battiato è morto, lasciando un grande vuoto nel mondo della musica italiana. In queste ore proseguono senza soluzione di continuità le manifestazioni d’affetto nei confronti di uno dei più grandi maestri di sempre della nostra canzone, anche da parte di personaggi illustri. Il conduttore Pippo Baudo, conterraneo di Battiato, ha dichiarato quanto segue sulla sua scomparsa a 76 anni: “Non è stato solo un paroliere e un musicista raffinato, è stato un poeta. Ha raccontato anche la nostra Sicilia, in maniera critica…”.
Ai microfoni di “Fanpage”, l’artista Roberto Ferri, in passato collaboratore di Franco Battiato, del quale era anche un grande amico, ha asserito: “Abbiamo avuto due anni di concerti bellissimi con dei trionfi eccezionali. Abbiamo vissuto emozioni bellissime che resteranno per sempre nella storia. Cosa mi mancherà di più? Le nostre conversazioni a telefono. Erano infinite. Ci siamo divertiti sempre, si parlava sempre di politica e ne condividevamo le idee. Dal punto di vista musicale, era uguale. Tutte le volte che lo consultavo non mi diceva mai di no, l’unica cosa che mi diceva era: ‘Non farmi muovere di casa perché sono stanco’”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
FRANCO BATTIATO È MORTO, IL RICORDO DI CATHERINE SPAAK E DONATELLA RETTORE
Anche Catherine Spaak ha voluto ricordare il grande Franco Battiato, scomparso oggi all’età di 76 anni. “Ho sentito quello che hanno detto molte persone – le sue parole in collegamento telefonico con Storie Italiane – condivido pienamente l’ammirazione e il ricordo, ma volevo dire una cosa particolare: quando le persone purtroppo ci lasciano anche se nella loro vita sono state non perfette, si parla sempre di persone meravigliose, a volte mi piacerebbe ricordare le persone anche per gli incidenti di percorso capitati. L’ho conosciuto molti anni fa a Venezia ad un evento organizzato da grandi personalità della finanza”. In quell’occasione ci fu un po’ di polemica e Battiato decise di lasciare l’evento: “Io sono corso verso Battiato supplicandogli di tornare indietro ed è tornato indietro tenendomi per mano, e mi ha detto che lo ha avrebbe fatto solo per me. Amiamo le persone anche vive per favore e non abbiamo paura di raccontare episodi negativi perchè fanno parte di tutti”. Così invece Donatella Rettore: “Per me non se ne è andato, rimarrà qua e ci lascia un patrimonio di musica, testi, di modo di vivere, una persona buona e generosa, ha scritto per tanti artisti anche per quelli in difficoltà permettendo loro di mettersi in luce, si è messo al servizio di molte persone. Con me è sempre stato divertente perchè sapeva che io sono una mattacchiona. Aveva tantissimo senso umorismo, ironia, anche come si vestiva, come si proponeva, non era malinconico ne triste. Godeva a farsi sanissime risate, lo ricordo con un sorriso così come ricorderò Lucio Dalla. Lucio amava Franco e si comprò una villa vicino a dove abitava Battiato, voleva lavorare con lui anche se non è accaduto, sono diventati grandi amici”. Infine il brevissimo intervento di Morgan, che ha pubblicato un toccante ricordo sui social: “Uno dei più grandi uomini del nostro tempo, uno dei più grandi musicisti del ‘900 anche come autore di parole, come uomo, pensatore e intellettuale, una perdita, è stato un amico ma è una perdita di tutta Italia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCO BATTIATO È MORTO, ANTONIA DELL’ATTE: “LO AMAVO”, MARZOTTO “SCRIVEVA PREGHIERE”
La morte del grande maestro Franco Battiato ha letteralmente sconvolto la vita di Antonia Dell’Atte. La nota modella italiana, musa di Giorgio Armani, ha parlato in collegamento con il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ricordando il cantautore siciliano in lacrime: “Provo una tristezza immensa, dovevo andare a Catania per stargli vicino ma questa pandemia mi ha obbligato a non salutarlo”. Un’amicizia quarantennale la loro: “Franco lo conosco dal 1981, la sua semplicità, la sua saggezza, il suo essere speciale…”.
Una giornata che per Antonia Dell’Atte è iniziata con una canzone di Franco Battiato in testa: “Questa mattina mi sono svegliata con la canzone ‘Che cosa resterà del transito terrestre…’ e ho detto ‘Ma cosa sta succedendo?’ E mi è arrivata la notizia. E’ tempo di cambiare questo ciclo di vita e la sua mamma lo sta aspettando”. L’ex modella amava l’artista e intellettuale etneo: “Io lo adoravo, lo amavo, un amore al di sopra di tutto, un’amicizia speciale, personale, unica, della sua canzone ho fatto la mia filosofia di vita. Il brano ‘La Cura’ la cantavo ogni giorno a mio figlio, è una canzone della non violenza, contro le ingiustizie. Resteranno le sue poesie – conclude – non è morto perchè Franco è eterno”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCO BATTIATO È MORTO, MARZOTTO: “SUA MUSICA UNA PREGHIERA”, SGARBI “ORA È LIBERO”
Tributo doveroso a Franco Battiato stamane a Storie Italiane. Tanti gli ospiti e i collegamenti, a cominciare da Matteo Marzotto, che ha ricordato il maestro siciliano così: “Era un amico di mia madre, mia mamma lo amava molto come persona, come artista e intellettuale, e sono d’accordo che fosse uno dei più grandi intellettuali viventi in italia. Riflettevo stamane che quasi tutti giorni ascolto un pezzo di Franco. Lo avevo incontrato l’ultima volta a Caracallla nell’estate del 2017, uno dei suoi ultimi grandi concerti, sono cresciuto con le sue canzoni che hanno scandito i passaggi della mia vita, gli auguro un buon viaggio e una preghiera, molta commozione”. Quindi Matteo Marzotto ha proseguito: “Mi fa piacere raccontare con tutto l’affetto del mondo una persona che ha fatto parte di tutte le nostre vite, compresa la mia. Era una testa finissima non è facile trasformarsi da grande intellettuale a best seller di musica. Non sapevo quanto avesse studiato e si fosse discostato dalla musica commerciale degli anni 70 e quel mix di competenze ha tirato fuori un grande musicista. Le melodie di Franco sono quasi delle preghiere, delle poesie. La mamma era legata alla Sicilia in generale, considerava Franco Battiato alla stregua di Sciascia o di Renato Guttuso, lei lo ha frequentato a lungo. Si parlava di Franco in famiglia come artista e intellettuale, non tanto cantante”.
Così invece la regista Elisabetta Sgarbi: “Eravamo molto amici fin dal 1995 e abbiamo lavorato in più direzioni, un sodalizio molto stretto il nostro. Tutti lo conosciamo, ha fatto qualcosa che non ha eguali non solo in Italia, ha portato al grande pubblico concerti e suoni che si pensava riservati ad una nicchia, invece Franco era amato anche da persone meno intellettuali. E’ bellissimo pensare alla sua libertà, la fiducia che aveva in amici, era molto generoso per chi aveva bisogno e lo faceva in silenzio. Forse è uscito da una prigione ed ora è libero”. In collegamento anche Mario Venuti, altro artista siciliano amico di Battiato: “L’ho conosciuto a fine anni ’80 quando da Milano era andato in Sicilia, una figura con grande senso dell’ironia e non la figura seriosa che era la sua immagine pubblica. Credo che l’influenza musicale di Battiato è stata grandissima in vita e genererà una grande influenza anche per il futuro, il suo linguaggio era peculiare fuori dalla schema, non faceva riferimento alla cultura anglosassone americana, la sua cultura era molto europea legata a Beethoven, oppure alla cultura orientale, un artista unico senza paragoni”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FRANCO BATTIATO, È MORTO, IL CANTAUTORE SICILIANO AVEVA 76 ANNI, ERA MALATO DA TEMPO
Franco Battiato è morto questa mattina, martedì 18 maggio, nella sua residenza, l’ex castello della famiglia Moncada a Milo, in Sicilia. I funerali avverranno in forma privata. Il cantautore catanese aveva 76 anni ed era malato da tempo di Alzheimer, anche se la malattia non è mai stata ufficializzata. Battiato era assente dalle scene musicali e artistiche dal 2017, dopo l’incidente domestico che gli aveva provocato la frattura di femore e bacino. In occasione del suo ultimo compleanno, lo scorso marzo, era stato ripubblicato “La voce del padrone”, album del 1981. Battiato era nato a Riposto, allora chiamata Ionia, il 23 marzo 1945. A seguito della prematura scomparsa del padre si trasferì con la madre a Milano, dove conobbe Paolo Poli, Enzo Jannacci, Renato Pozzetto, Bruno Lauzi e Giorgio Gaber con cui instaurò una duratura amicizia.
Franco Battiato è morto: “Lascia una eredità perenne”
Franco Battiato ha spaziato tra una grande quantità di generi, dalla musica pop a quella colta, raggiungendo una grande popolarità. Tra i suoi più grandi successi ricordiamo: “Bandiera bianca”, “Centro di gravità permanente” e “ Cuccurucucù” del 1981; “Voglio vederti danzare” del 1982; “La cura” del 1997. Tra i primi a dare la triste notizia è stato Antonio Spadaro, attuale direttore della rivista La Civiltà Cattolica: “E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io, avrò cura di te. Ciao, Franco Battiato”, ha scritto su Twitter. “Ci la lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”, è il ricordo del ministro della Cultura Dario Franceschini. “E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire. Ciao Maestro”, ha twittato l’ex premier Giuseppe Conte citando “Prospettiva Nevski”.