Franco Battiato, il film Rai 1 “Il coraggio di essere Franco”: commento live

Chi lo ha vissuto negli ultimi giorni di vita, ricorda: “Non l’ho mai visto ribellarsi, sapeva che stava morendo. Aveva un’espressione di beatitudine”. La sua più cara amica, Daniela Sangiorgio, racconta: “La cosa che mi rimane dentro di più sono gli ultimi 4-5 anni. Con questi sguardi lui voleva comunicare un affetto, lo voleva pure in cambio”. Luca Madonia racconta: “Nell’ultimo periodo Franco parlava con gli occhi e mi trasmetteva serenità”. Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, lo ricorda dicendo: “Mi manca essere sul palco con lui. La fusione con chi si ama è rappresentata dallo scambio di respiri”. Cristina, la nipote, infine rivela: “Mio papà ha rinunciato a tutto a Milano e si è trasferito in Sicilia per non spostare mio zio. E nonostante alcuni spiacevoli momenti ci siano state persone non tanto carine, da parte nostra c’è stata una completa chiusura e riserbo. Mio zio era estremamente riservato e noi abbiamo fatto muro per proteggerlo”.



Le cinque chiamate a Caccamo

Daniela Sangiorgio, amica di Franco, racconta che a Sanremo con Luca Madonia non aveva voglia di apparire: “Ci stava anche bene su quel palco, arrivava con questa bella figura, con questa voce”, ma non aveva voglia di essere protagonista e per questo arrivò sul palco pochi istanti prima di cantare. Giovanni Caccamo, poi, racconta: “Trovai cinque chiamate anonime e un messaggio in segreteria, era Battiato che mi diceva che il mio cd gli piaceva. Una volta mi disse: ‘Hai solo una strada per rimanere un uomo libero. Scardinare l’arte dal fine. Prima di iniziare a scrivere un disco chiediti cosa può farti innamorare ancora’. Io oggi sono quello che sono grazie a quello che Battiato, insieme a mia madre, mi ha consegnato”.



Il ricordo di Alice e Morgan

Alice ricorda la conoscenza con Franco Battiato: “Ci siamo conosciuti nel ’79. Volevo sapere se quello che stavo scrivendo avesse un senso e gli ho consegnato la mia cassettina con i miei pezzi registrati. Così ci siamo rivisti dopo una settimana e mi disse: “Continua a scrivere, ci vediamo tra un anno e facciamo un disco insieme. La prima impressione? Di avere davanti a me una persona fuori dal comune”. Anche Morgan ricorda il giorno in cui conobbe il cantante, nel 1982: “Lui si presentò su una specie di podio con un microfono come se dovesse fare un comizio e invece cantò Bandiera Bianca. Ho avuto una fantastica impressione. Non stava lì per farsi vedere. Cantava delle cose pure suscitando una reazione nel pubblico”.



Franco Battiato e i vecchi dischi

“A volte parlava male dei suoi vecchi dischi. Aveva senso quando c’era dentro, poi se ne distaccava, come fosse un bene materiale”, racconta Morgan, ripercorrendo la ricerca spirituale e interiore del cantante. Lo stesso artista siciliano, nel corso della sua carriera, aveva più volte detto di essersi pentito di alcuni suoi lavori “estivi”. “Ha dato una svolta molto significativa sul piano della dimensione del cantautore”, ricordano i colleghi. Bruno Tibaldi, direttore artistico di Emi, rivela: “Mi chiamano da Milano. Mi sembrava strano perché lì c’erano dozzine di studi. Cominciano a perorare la causa ma Franco mi vede non convinto. Alza la mano e dice: ‘Posso dire una cosa? Da questo momento ho deciso di far successo, ditemi come si fa e lo farò'”.

La malattia

Morgan ricorda Battiato con uno degli istanti della malattia: “Spesso mi sono svegliato di notte piangendo. Franco era malato, io ero atterrito, questa cosa mi faceva veramente piangere. Ho scritto anche delle canzoni”. Sonia Bergamasco invece racconta il loro ultimo incontro: “L’ultima volta che ho incontrato Franco eravamo a Roma. Era calmo, estremamente sorridente, parlava molto meno del solito. Aveva una certa fissità nello sguardo. Quello che io mi sono portata a casa è stato un suo sorriso dolcissimo e uno sguardo bambino”. Anche la nipote, Cristina, ripercorre la sua vita e più precisamente il suo arrivo a Milano: “Posso immaginare un ragazzo che si trasferisce a 19 anni a Milano. All’epoca di voleva un viaggio di un giorno e non sapevi neanche dove stavi arrivando”.

Franco Battiato, il ricordo dei colleghi

Inizia il film dedicato a Franco Battiato, scomparso un anno fa. Tanti colleghi lo ricordano ripercorrendo quella che è stata la sua carriera, sempre alla ricerca di un qualcosa che andasse oltre il visibile agli occhi. Parlando della persona, quella dietro al cantante, alcuni lo ricordano dice che “Non ha mai avuto paura del fallimento, di scontrarsi contro qualche muro”. Per Morgan, l’artista: “Aveva l’X Factor, il carisma”. Vittorio Sgarbi non può che attuare un paragone che sia artistico: “Ho visto in lui un pittore bizantino”. Dopo il ricordo di colleghi e amici, passano le immagini di quelle che sono state le sue apparizioni televisive, sporadiche ma sempre significative.

Il coraggio di essere Franco, la trama del film: le curiosità e ultime notizie sul video evento Rai 1

Il coraggio di essere Franco va in onda oggi, mercoledì 18 maggio, su Rai 1 a partire dalle ore 21,25. A un anno di distanza, nel giorno della scomparsa del cantautore tra i più rappresentativi della musica italiana dello scorso secolo vedremo un documentario che racconta l’universo di Franco Battiato, dagli esordi alle ultime produzioni. Prima di firmare questo documentario, che senza dubbio resterà nella storia del cinema e della musica, il regista Angelo Bozzolini ha realizzato anche altri film dello stesso genere e di un certo spessore come “Il carattere italiano: la storia di una grande orchestra italiana”, “Fryederyck Chopin” e “De la famille et d’un amour immodéré” storia incentrata sul cinema di Robert Guediguian e Ken Loach. Nel film Il coraggio di essere Franco compaiono tutti i protagonisti della vita di Battiato, da Alice e Cristina Battiato fino ai più noti volti della musica, del cinema e della televisione italiana: Morgan, Willem Dafoe, Antonio Scurati, Vittorio Sgarbi, Marco Travaglio e molti altri. Ognuno porta una testimonianza di ciò che ha vissuto e rappresentato nella vita del cantautore siciliano.

Il coraggio di essere Franco, vediamo le coppe principali della carriera di Franco Battiato

La voce narrante de Il Coraggio di essere Franco è dell’attore Alessandro Preziosi e racconta, passando per immagini e testimonianze inedite da parte della famiglia, il ritratto di un artista che ha fatto della spiritualità il motivo conduttore di tutta la sua vita e della sua musica, con l’intento di voler risvegliare le coscienze dei suoi ascoltatori. Un film che racconta la storia di un cantautore straordinario che ha saputo scalare le classifiche con una musica ricercata e fuori dal mainstream, non solo in ambito musicale ma anche cinematografico e televisivo, tanto da farlo riconoscere ancora oggi come uno dei più grandi musicisti italiani del ‘900. A partire dagli inizi di carriera, dal primo album Fetus del 1972, con il long play La voce del padrone (1981) Franco Battiato ha raggiunto il suo culmine vendendo più di un milione di copie e detenendo il primato di album più venduto in Italia.

Attraverso la musica di Franco Battiato, il documentario racconta la storia personale del cantautore e anche la storia dell’Italia: dalla Sicilia del dopoguerra, la sua madrepatria mai dimenticata e con la quale ha vissuto sempre un rapporto di amore, incentrata sulle tradizioni e sui valori della civiltà contadina; alla Milano degli anni del boom economico che Battiato ha vissuto e dove aveva comprato una casa. Negli anni, l’artista ha dato sempre più importanza alla vita spirituale, esplorando dentro di sé e nel mondo la saggezza della filosofia orientale fino a fare la scelta di convertirsi al buddismo. I suoi successi musicali, L’era del cinghiale bianco, La Cura, Centro di gravità permanente, Cuccurucucù, sono entrate a far parte del patrimonio della musica italiana. Il docufilm è arricchito da testimonianze di artisti e personalità del mondo della cultura italiana che lo hanno conosciuto e amato, tra le quali il cantautore Morgan con il brano “Battiato mi spezza il cuore” per raccontare i giorni della malattia che ha colpito l’artista siciliano qualche anno prima di morire.