È tra i medici più noti in Italia, conosciuto per le sue ricerche sul cibo sano e sulla prevenzione del cancro. Parliamo di Franco Berrino, epidemiologo 78enne, protagonista di una lunga intervista al Corriere della Sera. Il luminare trascorre molto tempo nella sua villa del Seicento di Soci, provincia di Arezzo, una casa ritiro tra spiritualità e vita sana.
Sei mesi all’anno l’ex direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto Tumori di Milano li passa in Toscana e il suo programma è sempre lo stesso, a partire dalla sveglia all’alba per fare il saluto al sole dalla terrazza. E Franco Berrino ha le idee molto chiare: “Morire sano è il mio sogno. Vorrei che la mia vita finisse così, spegnendomi serenamente dopo aver salutato figli e nipoti. Sì, certo, forse è un po’ un’utopia”.
FRANCO BERRINO: “MANCA UNA CULTURA DELLA VECCHIAIA”
Nel corso del dialogo con il Corriere, Franco Berrino è tornato sulla morte della moglie Jo, scomparsa due anni fa per un tumore. L’epidemiologo ha sottolineato che, nonostante ciò che deciderà il destino per lui, “vale la pena provare a immaginare una fine diversa”. Gli studi dell’esperto sono sempre stati legati a provare a spiegare il segreto della longevità felice e, nonostante i progressi sulla speranza di vita in Italia confermati dai dati Istat, la speranza di vita in salute: 72 anni per gli uomini e 74 anni per le donne. “Oggi più del 90 per cento delle persone sopra i 65 anni assume farmaci”, ha spiegato Franco Berrino, convinto che manchi una cultura della vecchiaia: a suo avviso, infatti, la percezione è che gli anziani siano al di fuori da ogni possibilità di crescita di miglioramenti. Ma lui è del parere opposto, si può fare tantissimo per invertire la rotta: “Molte di queste malattie, cioè, potrebbero essere evitate cambiando lo stile di vita”.