Franco Califano e gli arresti: il cantautore romano è stato al centro di alcune vicissitudini giudiziarie e perfino di un arresto. Cosa è successo?

Nel 1970 il cantautore romano Franco Califano viene arrestato per possesso di stupefacenti. Il caso vide coinvolto anche Walter Chiari, assolto in formula piena, ma per l’attore, comico e cabarettista si ritrova nuovamente coinvolto in un caso di droga nel 1984, ma questa volta finisce in carcere con Enzo Tortora. Anche Califano viene coinvolto nella vicenda giudiziaria: i Carabinieri fanno irruzione nella villa di Primavalle del cantante e lo prendono in custodia con l’accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. Califano viene arrestato e portato in carcere. Ad accusarlo sono le dichiarazioni di ex pentiti, secondo i quali il Califfo avrebbe spacciato cocaina negli ambienti dello spettacolo per conto dell’organizzazione e nel 1978 avrebbe cantato a una festa dedicata proprio a Cutolo ricevendo 250 grammi di cocaina come compenso.



“Sono stato dichiarato camorrista dall’oggi al domani. È assurdo! Non ho mai conosciuto uno dei miei coimputati. Facevo spettacoli dappertutto, posso averne fatto uno anche per Cutolo, fatto sta però che Cutolo ai miei spettacoli non c’è mai stato. Posso aver fatto uno spettacolo in un locale di proprietà di un camorrista, ma chi poteva saperlo? Io bado soltanto ai contratti, ai soldi, e canto. Basta così” – disse Califano su questa delicatissima vicenda.



Franco Califano, accuse false e infondate

Le accuse di associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti a carico di Franco Califano segnano la vita e la carriera dell’artista che finisce in carcere. Durante il processo viene assolto perchè il “fatto non sussiste”. Il cantautore, va detto, non ha mai nascosto l’amicizia con Turatello, ma si è sempre dichiarato innocente ed estraneo ad ogni vicenda. L’arresto ha però segnato la sua vita e durante una delle sue vecchie interviste dell’epoca ammise: “non escludo di ritrovarmici ancora in questo paese di merda, non escludo di ricadere in una trappola, te l’assicuro. Perché quando capiti in un ingranaggio, in questo schifo di paese che si dice civile… “.



Per onore di Franco Califano è giusto ricordare le parole di Gianni Melluso, che ai microfoni di Riccardo Bocca dell’Espresso, disse di essersi inventato tutto: “devo chiedergli perdono, perché oltre a essere innocente, è stato al mio fianco in serate indimenticabili alle quali partecipava il boss Francis Turatello. Califano è padrino di battesimo di suo figlio. Consumava cocaina, amava fare la bella vita e si circondava di donne, ma non è mai stato uno spacciatore: soltanto un grande artista che la camorra mi aveva chiesto di screditare”.