LA LETTURA DI FRANCO CARDINI SUL “TERMINE” ANTIFASCISMO
Parlare di antifascismo è un tema delicato e anche piuttosto controverso e cercare di “inscatolare” la questione come «se non sei antifascista allora sei fascista» – che pure funziona in termini di logica – non rende giustizia alla vicenda stessa: lo fa ben capire lo storico Franco Cardini, intervistato da Lilli Gruber a “Otto e Mezzo” mercoledì sera, l’indomani delle celebrazioni del 25 aprile. Il tema è sempre quello in questi giorni (quando si dovrebbe magari parlare di fisco, natalità, attacchi speculativi al nostro Paese, guerra etc.): «perché Meloni non si vuole definire antifascista?».
Secondo Gruber e buona parte del Centrosinistra occorre vivisezionare ogni intervento della Presidente del Consiglio per capire se realmente si discosta dal passato del suo partito oppure no e l’occasione del primo 25 aprile da leader del Governo ha visto per settimane discussioni e interviste sulla necessità che Meloni si definisce “antifascista”. Ebbene, secondo Cardini non è dato sapere se Meloni faccia bene o no a non definirsi antifascista nella lunga lettera inviata al “Corriere della Sera” nel giorno della Liberazione. «Non so proprio rispondere: i casi sono due, o Giorgia Meloni ha ancora l’impressione che all’interno del suo partito vi sia una certa aliquota minoritaria con importanza sul piano delle rappresentanze politiche che non se la sente di prendere totalmente le distanza. E dipende da un fatto: noto certa carenza di quel partito a riguardo», rileva lo storico sempre a La7.
MELONI, FDI E L’ANTIFASCISMO: COSA HA DETTO LO STORICO FRANCO CARDINI
Poi però c’è anche il secondo punto posto da Franco Cardini, quello più interessante: «l’insufficienza dell’espressione antifascismo se la si prende da sola» è problematica. Lo scrittore e professore ammette senza remore: «Io sono molto reticente ad utilizzare l’espressione antifascismo, perché ce ne sono molti e sono contraddittori e contrastanti tra di loro». Cardini dice di aver letto con attenzione le parole del Presidente Mattarella, sia la lunga lettera della Premier Giorgia Meloni dove per la verità «affronta con una certa chiarezza il problema del rapporto tra lei, il suo partito e quella che è l’ideologia e movimento fascista».
Secondo lo storico ai microfoni di Lilli Gruber, in merito al passato sul fascismo «Meloni dà l’impressione di parlarne come un episodio concluso e terminato, il suo partito ne ha fatto i conti con il cordone ombelicale con quel passato, sempre che vi sia stato un vero rapporto. È vero che c’è stato un rapporto storico tra il vecchio Msi, Alleanza Nazionale e FdI: la sostanza sociale e numerica è molto diversa. Oggi FdI è un grosso partito della seconda decade del 21esimo secolo». In una intervista a “La Verità” dello scorso ottobre era ancora Cardini a raccontare secondo lui perché è inutile parlare ancora oggi di “fascismo” o “antifascismo” legato alla politica di oggi: «L’antifascismo è un vuoto artificio. lo hanno costruito con una serie di aforismi che tradiscono la storia»; il fascismo va condannato per le violenze, per le leggi razziali e per la guerra sbagliata, «ma non è il male assoluto che è un dogma piuttosto recente nato per autocombustione di certi ambienti della sinistra e non solo, penso a Norberto Bobbio che hanno introdotto categorie teologiche e filosofiche nel giudizio storico», concluse Franco Cardini.