Franco Cardini, storico e saggista, commenta ai microfoni di LA7 la situazione della guerra tra Russia e Ucraina. Per l’insegnante, la colpa non è da imputare esclusivamente alla Russia, che ha attaccato il Paese confinante, anzi. Per lo storico, la responsabilità sarebbe della NATO, che non ha rispettato i patti e le condizioni con la Russia stessa.
“Mi sento a disagio come anziano professore che ha figli e nipoti ma anche come vecchio soldato. Un pezzetto del mio cuore è rimasto nelle forze armate. Siamo sempre a disagio quando seduti dietro alla nostra libreria parliamo di sofferenza, vediamo gente che muore, che fugge. Probabilmente un piccolo esame di coscienza, noi altri occidentali, dobbiamo farlo. Io ho studiato a Mosca, non mi sento molto occidentale. Gli incidenti sono già successi. Succedono di continuo. Quelli che ci succedono, sono successi andando all’indietro nel tempo. Noi insegnanti abbiamo il dovere di andare indietro nel tempo, è il nostro lavoro”.
Franco Cardini: “Kiev come Serbia”
A L’Aria che Tira su LA7, Franco Cardini ha voluto sottolineare come anche la NATO in passato si sia resa protagonista di bombardamenti, come nel caso della Serbia, nel 1994, o dell’Iraq, nel 2003. Situazioni paragonabili a quanto sta accadendo ora in Ucraina. Secondo lo storico, dunque, la NATO avrebbe le sue colpe in quanto sta accadendo in questi giorni in Ucraina.
“Nel 1994, quando la NATO, sotto comando degli Stati Uniti, ha cominciato ad attaccare la Bosnia. Non ci sono bambini che si stringono i loro peluche o vecchiette che attraversavano la strada soltanto a Kiev. Quei bambini c’erano anche quando bombardavamo Belgrado, ma non ce li hanno fatti vedere. Così come nel 2003, quando vedevamo il bombardamento di Baghdad. E vedevamo le luci verde e dorate ma sotto c’erano i bambini. È almeno dal colpo di Stato del ’14 che gli occidentali disattendono l’impegno preso con la Russia di non allargare ulteriormente a Oriente il raggio d’azione della NATO, che significa mettere i russi sotto possibilità di bombardamento”.