Il franco Cfa va in pensione: la valuta retaggio del colonialismo della Francia in Africa si avvia verso la sua fine, anche se per il momento solamente in otto delle 14 nazioni in cui è in uso. Nato come ‘franco delle colonie francesi d’Africa‘ 73 anni fa, esattamente il 26 dicembre 1945, il giorno in cui la Francia ratificò gli accordi di Bretton Woods, il franco Cfa ormai scompare per essere sostituito dall’Eco.
Il Consiglio dei ministri francese ha adottato un progetto di legge che conferma gli accordi di fine dicembre raggiunti tra la Francia e l’Unione economica e monetaria dell’Africa dell’Ovest. La nuova moneta manterrà invariata la parità fissa con l’euro, ma finisce la centralizzazione delle riserve africane presso il Tesoro francese, che sia dal punto di vista simbolico sia per gli effetti pratici era il segnale più evidente del rapporto di dipendenza tra le ex colonie africane e la Francia.
Come ha sottolineato ieri sera il portavoce del Governo francese Sibeth Ndiaye: “La fine simbolica del franco Cfa si inserisce nel rinnovamento delle relazioni tra la Francia e l’Africa. Si scrive una nuova pagina della nostra storia”. Con questo provvedimento la Francia non avrà più rappresentanti nelle istanze di governance della Banca centrale dei paesi dell’Africa dell’Ovest (Bceao) e non sarà quindi più necessario il deposito della metà delle riserve di cambio della Bceao a Parigi.
FRANCO CFA: LA STORIA
Come accennato, il franco Cfa nacque subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando tutte le attuali nazioni che lo utilizzano erano ancora colonie francesi. L’indipendenza infatti arrivò per quasi tutte solamente nel 1960, ma dal punto di vista monetario cambiò ben poco. Il franco Cfa passò da valuta delle colonie francesi d’Africa a ‘franco della comunità finanziaria africana‘, ma dal punto di vista pratico nulla cambiò e così è rimasto fino ad oggi.
Per gli oppositori il franco Cfa era un sistema neocoloniale che frenava lo sviluppo dell’economia dei paesi africani. Per i sostenitori, invece, è un fattore di stabilità, che ha aiutato le economie dei paesi dell’area a non farsi travolgere dall’inflazione. Nel luglio del 2017, nel corso del vertice del G5 Sahel a Bamako, Emmanuel Macron era stato chiaro: “Se non ci si sente felici nell’area franco, la si lascia e si crea la propria moneta come lo hanno fatto la Mauritania e il Madagascar”.
L’annuncio della fine dell’era del Franco Cfa era stato fatto da Macron il 21 dicembre 2019, sottolineando che il “colonialismo fu un errore profondo, una colpa della Repubblica francese”. Per ora saranno gli otto paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa dell’Ovest (Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo), che al momento resterà nei sei Stati (Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo) dell’Africa Centrale.