Franco Coppi, noto avvocato italiano tra coloro che negli anni hanno sempre sostenuto l’innocenza di Sabrina Misseri e Cosima Serrano per l’omicidio di Avetrana, ha recentemente rilasciato un’intervista per il Corriere della Sera. Partendo dal suo lavoro, ovvero la giustizia, racconta che i problemi gravi nel campo sono parecchi, ma “la cosa che più salta agli oggi è la lunghezza abnorme dei processi; 7-9 anni di media è un tempo mostruoso“.



“Quando ero giovane”, racconta Franco Coppi, “andavo in udienza e sapevo che il processo avrebbe avuto una durata accettabile. Oggi capita che il Pubblico Ministero discuta a gennaio e la difesa a dicembre”. Inoltre, “ho la sensazione di una certa trasandatezza nel sistema Giustizia, come se ci fossimo tutti quanti un po’ abbassati di livello“. Complessivamente, a fronte degli evidenti problemi della Giustizia, Franco Coppi sostiene che “è inutile parlare di separazione delle carriere. L’unica separazione utile è fra persone capaci e intelligenti e chi non lo è”. Più utile, secondo lui, sarebbe “restituire al giudice del dibattimento la conoscenza degli atti” anche prima del processo.



Franco Coppi: “Sabrina Misseri mi scriveva ogni settimana”

Rimanendo nell’ambito della sua carriera, poi, Franco Coppi ha raccontato con Sabrina Misseri “prima ci scrivevamo una lettera a settimana, adesso all’improvviso tace. So che è in crisi e questo mi amareggia e mi preoccupa. Sono convintissimo dell’innocenza sua e di sua madre. Abbiamo fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma i tempi sono lunghi. Lascerò il caso in eredità al mio studio”.

Infatti, Franco Coppi inizia ad avvertire il peso dei suoi ottantaquattro anni, anche se ricorda le parole di Andreotti “che sosteneva che i processi allungano la vita”. Parlando, invece, a Niccolò Ghedini che gli donò il suo cane, ne parla come di una “persona perbene, ed era diventato un amico. Voleva molto bene a Berlusconi”, mentre ora “il suo cane mi riempie le giornate. Gli parlo, so che mi capisce”. Infine, raccontando la sua attuale vita, Franco Coppi racconta che le persone, per strada, “ci conoscono, ci fermano” e chiedono talvolta consigli legali. Tornasse indietro, “forse farei il pittore, che è la mia vecchia passione” anche se confessa che “forse non era la mia strada”.