Le parole di Franco Di Mare, che a Che tempo che fa ha rivelato la sua malattia, cioè il cancro, sono state commentate anche a TvTalk, dove hanno avuto modo di intervenire colleghi del giornalista, a partire da Lilli Gruber, che è stata reporter di guerra come lui. «Io non avevo queste preoccupazioni, anche perché non si sapeva bene che rischi si correvano», ha dichiarato in merito all’approccio che si aveva all’epoca nelle zone di guerra, cioè all’inconsapevolezza riguardo i rischi per l’esposizione ad alcune sostanze.
«Perché non ci hanno detto che c’erano dei rischi? Ci sono state anche varie commissioni d’inchiesta del Parlamento. Chi ha passato tanto tempo nell’ex Jugoslavia ci ha pensato tanto però», ha aggiunto Lilli Gruber. La giornalista e conduttrice di La7 ha spiegato anche quando ha avuto modo di conoscere Franco Di Mare: «Ci siamo conosciuti quando era inviato di guerra dell’Unità nel ’91, è un bravissimo giornalista». Invece, Roberto Inciocchi è stato polemico nei confronti della Rai: «Qualcuno dovrebbe chiedergli scusa e dargli una mano». (agg. di Silvana Palazzo)
FRANCO DI MARE, IL SUO RACCONTO SULLA MALATTIA A TVTALK
Il caso Rai, Franco Di Mare e della sua malattia sarà uno degli argomenti trattati oggi pomeriggio dal programma Tv Talk, in onda come ogni sabato alle ore 15:00, in diretta su Rai Tre. Ma cosa è successo fra il noto giornalista e la tv pubblica? Tutto è esploso pochi giorni fa, dopo che lo stesso Franco Di Mare è stato intervistato dai microfoni di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, spiegando di essere malato e di aver chiesto dei documenti alla Rai che provino che lo stesso sia stato un inviato di guerra, senza mai ricevere risposta. L’ex direttore di Rai3 ha raccontato di avere un cancro, precisamente un mesotelioma che avrebbe contratto durante i suoi servizi dalle zone di guerra, entrando in contatto diretto con l’amianto.
Una vicenda che purtroppo abbiamo già sentito più volte in passato fra ex militari che si sono ammalati, e che rappresenta uno degli innumerevoli rischi nel frequentare il “fronte”, sia che si è militari quanto civili. Di Mare, parlando sul Nove, ha denunciato i vertici della Rai, senza fare nomi ma riferendosi esplicitamente alle «precedenti gestioni» dell’azienda pubblica, e secondo il Corriere della Sera nel mirino del giornalista vi sarebbero Fabrizio Salini e Carlo Fuortes, entrambi in carica nel periodo 2018-2021 (il primo) e 2021-2023, il secondo.
FRANCO DI MARE, LA MALATTIA, LA RAI E LA DENUNCIA: LE ACCUSE AI DIRIGENTI
Il giornalista punta il dito contro gli stessi, in quanto li accusa di non aver fatto seguito alle sue richieste di “stato di servizio”, che come detto sopra, sono i documenti che certificherebbero le missioni a cui l’ex numero uno di Rai3 ha preso parte, per poi ricostruire le diagnosi e quindi, in seconda istanza, chiedere eventuali danni. Secondo una prima ricostruzione parziale, come specifica ancora il quotidiano di via Solferino, sembra che Salini fosse già a conoscenza della vicenda Di Mare, tenendo conto che la malattia del giornalista sarebbe emersa nel 2021, l’anno in cui il dirigente lasciò il proprio incarico alla tv pubblica.
Anche per Fuentes risulterebbero dei contatti durante il suo periodo di gestione, mentre ora se ne starebbero occupando l’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi, che hanno fatto sapere di essere venuti a conoscenza della vicenda solo quando Di Mare ne ha parlato pubblicamente in tv, assicurando poi la loro massima responsabilità per fare in modo che il giornalista possa ricostruire quanto richiesto.
FRANCO DI MARE, LA MALATTIA, LA RAI E LA DENUNCIA: IL LEGALE CERCA DI FARE CHIAREZZA
Sempre come ricostruito dal Corriere della Sera, la questione sarebbe ora ferma all’Inail, che dovrebbe appunto certificate il “link” fra le trasferte e la malattia, e la Rai starebbe a sua volta attendendo la documentazione per avviare una eventuale liquidazione nei confronti del giornalista. Ezio Bonanni, legale di Di Mare, ha cercato di fare chiarezza facendo sapere che la Rai è stata sollecitata in via ufficiale lo scorso marzo “dopo che per vie informali non si era ottenuto nulla”.
La tv pubblica dovrebbe inviare un medico legale per verificare le condizioni del giornalista e senza tale verifica “non è possibile il risarcimento del danno”. L’avvocato ha poi spiegato che l’Inail, invece, “si è reso protagonista di un rimpallo di responsabilità con l’Inpgi. Ma spetterebbe all’Inail rilasciare il certificato di esposizione all’amianto che consentirebbe al mio assistito di ottenere la rendita che gli spetta e l’adeguamento della pensione”.