«Morta mia nonna, papà in un primo momento non riuscì a rassegnarsi alla sua perdita. Senza di lei si sentiva solo, smarrito e credo che la presenza ideale della Madonna in quando Madre del Cielo lo abbia aiutato ad andare avanti»: a parlare è Massimo Benenato, figlio di Franco Franchi – del duo “Franco e Ciccio” con l’altro grande istrione Francesco Ingrassia – in una intervista esclusiva per il settimanale “Maria con te”. Un rapporto “inedito” quello svelato dal figlio del grande “Franco” con la Madre di Gesù, autentica stella polare per la vita e la professione del “Jerry Lewis” italiano. Addirittura Franco Franchi (vero nome, Francesco Benenato) dedicava quadri e tele per la Madonna cui era legato dal rapporto materno e di umile fede fin dall’infanzia: «Papà si rivolgeva spesso alla Vergine come una mamma. Iniziò a disegnarla col gessetto da Madonnaro. Papà, oltre ad avere innata l’arte della recitazione, sapeva cantare, ballare e dipingeva benissimo. E fu proprio in conseguenza di questo ultimo talento che si avvicinò a Maria. Da ragazzo, infatti, papà fu quello che in Sicilia si chiama un “madonnaro”: con i gessetti colorati, disegnava l’immagine della Vergine sui marciapiedi. La gente si fermava ad ammirare le sue opere e gli regalava qualche moneta, mentre il volto di Maria prendeva vita dalle sue mani».



L’AMORE DI FRANCO FRANCHI PER LA MADONNA

Nei suoi momenti di creatività, spiega ancora Massimo Benenato, papà Franco la disegnava spesso e per lui «era un modo di pregare, in quei momenti di creatività si sentisse più vicino a Maria». Un amore per la Regina della Pace che però non “tenne” solo per lui ma che seppe educare e trasmettere anche ai due figli: «tutti la consideravamo una presenza protettiva e irrinunciabile, anche mia sorella e io. Siamo cresciuti assimilando gli insegnamenti religiosi di mio padre. Gli sono grato per avermi trasmesso una visione spirituale della vita», spiega ancora il figlio Massimo al settimanale dedicato alla Madonna. Dal rapporto con il più che fratello Ciccio Ingrassia fino agli ultimi mesi della malattia, il ricordo di papà Franco è ancora indelebile e così gli insegnamenti lasciati: «anche durante la malattia parlò con lei, magari a bassa voce, perché gli mancavano le forze. Posso testimoniare che affrontò la fine con serenità e nelle ultime ore chiese un sacerdote che si trattenne a lungo con lui». Dopo quel colloquio, racconta ancora Massimo Benenato, il prete gli disse «”Suo padre è un’anima bella”, mi commosse e fui sicuro che accanto a papà nell’ora estrema ci fosse la sua Mamma del cielo, che lui aveva dipinto tante volte. Con immenso amore».

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