Il prof Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità nonché membro del Comitato tecnico scientifico è tornato a parlare dell’attuale situazione legata all’emergenza sanitaria italiana relativa al Coronavirus in una intervista per il quotidiano Il Messaggero, alla luce della flessione dei nuovi casi. Risultati certamente soddisfacenti che ribadiscono la continua flessione della curva epidemia auspicata dagli esperti. “La maggior parte delle regioni ha un numero di nuovi casi sotto a dieci, evidentemente le riaperture non hanno portato fuori controllo la diffusione della contagiosità”, ha commentato Locatelli che ha invitato nuovamente a mantenere comportamenti responsabili. Tuttavia la situazione più delicata continua a restare soprattutto in Lombardia dove i casi continuano purtroppo ad essere ancora numerosi (circa il 62% arrivano proprio da questa Regione). Locatelli prova a fornire una spiegazione: “La Lombardia è la regione in cui il virus ha avuto la maggiore diffusione, ma è anche un territorio con una densità di popolazione marcatamente elevata. Un italiano su sei abita in Lombardia. E tra i nuovi positivi molti non sono sintomatici, ma soggetti che sono risultati positivi al test sierologico e per questo sottoposti al tampone. Mettendo insieme questi elementi, si spiega il dato della Lombardia, che ha comunque una riduzione dei casi”. A detta dell’esperto, tuttavia, è anche chiaro che “dove c’è stata maggiore circolazione, servirà più tempo”, sebbene l’auspicio generale sia quello di poter registrare una progressiva riduzione del numero di positivi.

FRANCO LOCATELLI, IL CORONAVIRUS IN LOMBARDIA E POSSIBILE SECONDA ONDATA

Franco Locatelli nella medesima intervista ha anche affrontato il tema delle riaperture tra regioni: è possibile che gli spostamenti nel periodo delle vacanze estive dalla Lombardia possano far circolare altrove il virus? In merito Locatelli è piuttosto ottimista: “Non credo. I numeri sono bassi, in Lombardia oggi ci sono 143 nuovi casi positivi, la flessione prosegue. Lunedì la percentuale di positivi sui tamponi effettuati era del 3,9 per cento, oggi siamo al 2”, ha asserito. Eppure i numeri di questa Regione fanno pensare che il Coronavirus possa aver iniziato a circolare molto prima rispetto al 20 febbraio, valutazioni comunque difficili da fare con certezza ma col senno di poi ammette “sicuramente almeno da gennaio”. Intanto buone notizie arrivano anche da una diminuzione dei ricoverati. Cosa significa questo dato? “Vi è una correlazione tra il carico virale e la sintomatologia. Diminuendo il numero degli infetti, usando le mascherine, mantenendo le distanze, il carico virale è minore e questo spiega perché i sintomi tra i nuovi positivi siano meno gravi. Inoltre, si intercettano prima gli infetti, si è imparato a gestirli, questo spiega perché fortunatamente si vedono malati meno gravi”. Tuttavia, ha ribadito Locatelli, “non c’è nessuna evidenza che il virus sia mutato e abbia una minore patogenicità”. Si sta discutendo molto, in questi giorni, circa una possibile seconda ondata dal prossimo autunno: sarà realmente così? “Sono i mesi in cui circolano di più i virus respiratori. Però dire se ci sarà una seconda ondata e quanto sarà importante è una predizione da indovini, non una previsione medico-scientifica. Se mai ci sarà, non credo che avrà minimamente l’impatto che abbiamo vissuto tra febbraio e marzo”, ha rassicurato l’esperto.