La variante Omicron è meno pericolosa della Delta, ma può comunque causare malattia grave. A fare chiarezza è il professor Franco Locatelli, intervenuto al fianco del premier Mario Draghi nella conferenza stampa a cui hanno preso parte anche i ministri dell’Istruzione e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza. Negli ultimi tempi è circolato un messaggio secondo il quale tale variante si connota «dall’incapacità di provocare la malattia grave non è corretto», perché seppur meno pericolosa di Delta, «ha la capacità di indurre la patologia grave e anche fatale».



Il presidente del Consiglio di superiore di sanità, nonché coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha citato a tal proposito uno studio sudafricano che «ha registrato 256 persone che hanno perso la vita per la variante Omicron e la larga maggioranza di esse aveva più di 60 anni di età. Questo fattore continua a incidere». Ma Franco Locatelli ha fatto riferimento anche ai dati provenienti dal Regno Unito, che «documentano come contro Omicron la dose booster dia un’efficacia vaccinale dell’88%, mentre quella del ciclo vaccinale primario è del 65%».



LOCATELLI SU OBBLIGO OVER 50 E POLEMICHE CTS

Per questo «è fondamentale insistere sulle vaccinazioni», concetto su cui il professor Franco Locatelli ha voluto ribadire nel corso del suo intervento in conferenza stampa. Ma è stato chiamato in causa anche sulla scelta dell’obbligo vaccinale per gli over 50: «Ha un suo razionale scientifico solido, prima dei vaccini il tasso di letalità andava a salire in maniera importante sopra i 50 anni». Sollecitato sulle cure, ha poi rimarcato che «c’è stata grande attenzione anche alle cure per Covid come gli anticorpi monoclonali e i farmaci antivirali. Però è bene mettere in fila tutti i punti: solo un monoclonale è attivo contro Omicron». Per questo l’Italia si è attivata «per l’acquisto dei due antivirali».



Ma Franco Locatelli ha smentito le voci sul Comitato tecnico scientifico: «All’interno del Cts non c’è nessuna voce dissonante rispetto a quelle erano state le misure adottate dal governo. C’è stata una riunione non più tardi del giorno 7 dicembre e di fatto si è analizzata la situazione epidemiologica del Paese senza che si levasse una sola voce dissonante rispetto a quello che era stato adottato». Infine, ha assicurato che «non c’è mai stata una posizione che non fosse di tutela e di supporto prioritario della scuola e non si è mai posto il problema di avere le nostre posizioni non ascoltate».