Franco Nero, immenso attore italiano è stato ospite stamane del programma di Rai Uno, Uno Mattina Estate. Franco Nero ha presentato il suo nuovo libro dicendo: “Iniziamo con Django, un dialogo immaginario con Django. Inizia così il libro e finisce con il dialogo. Perchè Django ha avuto così successo? E’ un film politico, è rivolto ai lavoratori, quasi tutti i lavoratori sognavano di andare dal proprio principale e dire che la cosa sarebbe cambiata. Io a Django dico che ho fatto tutti i generi di film”. Sul seguito di Quentin Tarantino: “Mi disse che voleva fare un omaggio ed ha fatto Unchained con i neri che erano gli oppressi, e non i messicani come nel Django originale. John Wayne si complimentò con me? Si disse una battuta molto divertente, eravamo a casa di uno sceneggiatore dei suoi western e mi disse quale cavallo sceglievo per fare il western e mi disse che dovevo scegliere un cavallo piccolo di modo da risaltare”.
Sul grande regista Sergio Leone: “Corbucci ha fatto 13 con me? Corbucci diceva che John Ford ha John Wayne, Leone ha Eastwood e io ho Franco Nero. Quando giravo Django invitò Leone a venire sul set per conoscermi e Leone venne e mi guarda e dice ‘Hai fatto 13’, una soddisfazione”. Ne Il giorno della civetta Franco Nero è carabiniere: “Io sono figlio dei carabinieri e mio padre voleva che diventassi ufficiale, quindi era molto deluso quando ho deciso di fare un altro mestiere ma poi è diventato un grande fan, andava al cinema alle 2 e tornava alle 9, quindi il film lo vedeva tre volte di fila e non solo un giorno”.
FRANCO NERO: “VANESSA REDGRAVE LA VIDI PER LA PRIMA VOLTA CON I JEANS STRAPPATI…”
Sull’incontro con John Houston ne La Bibbia: “Io devo molto a lui, ha visto una mia foto, un giorno venne un fotografo di De Laurentiis che mi chiese se potevo fare dei primi piani che finirono poi sulla scrivania di John Houston che mi scelse per fare il film. Mi disse che dovevo imparare l’inglese in quanto avevo una faccia “non italiana” e fu un po’ il mio maestro in inglese e mi regalò dischi di Shakespeare che io imparavo foneticamente senza sapere cosa dicevo. Questo mi portò a fare Camelot, un’altra scintilla con Vanessa Redgrave (la moglie ndr)”.
E a proposito dell’attrice, Franco Nero spiega: “Non è stato amore a prima vista, per niente. La vidi per la prima volta con dei blue jeans strappati, era il ’66, non è stato un colpo di fulmine. Poi mi invitò a cena con altre personalità di Hollywood, arrivo alla casa, busso alla porta e mi viene aprire alla porta una donna stupenda. Abbiamo fatto una decina di film assieme, lei è la più grande attrice al mondo, è considerato la più grande attrice di tutti i tempi nel mercato di lingua inglese, la considerano così tutti i grandi”. In chiusura l’incontro con Paul Newman e Marlon Brando: “Mi chiese un autografo per la figlia, ed è stato il mio mito assieme a Marlon Brando. Brando l’ho conosciuto a casa di Jack Nicholson e mi diede un consiglio: ‘Fai il protagonista ma non fare mai la seconda, terza o quarta parte, meglio fare un cameo piuttosto’”.