Prima di parlarne a Domenica In, Giorgio Panariello aveva affrontato il delicato tema del rapporto con suo fratello Franco anche nell’intervista rilasciata al Quotidiano nazionale. Fu Carlo Conti nove anni fa a svegliarlo per dirgli che il fratello era morto sul lungomare di Viareggio per ipotermia dopo essere stato abbandonato dagli amici al termine di una nottata ad alto tasso alcolico. Quel dolore è finito in “Io sono mio fratello”, libro che il comico toscano ha appunto presentato da Mara Venier. «Scrivere di noi è stata per me anche un po’ una terapia. Per anni mi sono sentito fortemente in colpa di essere nato un anno prima di Franco». Questo perché altrimenti sarebbe finito lui in istituto, non il fratello. Panariello si è portato per anni quel senso di colpa. «Alla fine è successo quel che è successo solo perché s’è fidato delle persone sbagliate». Ma anche lui è andato vicino all’eroina. «C’è stato un momento in cui eravamo disperati allo stesso modo». Il fratello faceva già uso di sostanze, mentre lui pensava fossero spinelli o pastiglie. «Una sera a cena con degli amici mi proposero di provare con l’ero. Fosse stata polvere, probabilmente, un tiro l’avrei fatto e ci sarei finito dentro pure io». Invece quei lacci, la siringa e il cucchiaio sulla fiamma lo spaventarono così tanto che andò via di corsa. Ma Giorgio Panariello ci tiene a precisare: «Ho voluto raccontare la storia mia e di Franchino per rendergli giustizia, perché molti pensano ancora che se ne sia andato per overdose mentre non è così». Il fratello, infatti, riuscì a vincere la dipendenza. (agg. di Silvana Palazzo)



“Lasciato tra i cespugli, soccorso in ritardo”

Mara Venier ha voluto sapere di più sul rapporto tra Franco e Giorgio Panariello al quale ha domandato se tra loro avessero mai parlato della loro mamma. “Raramente perchè… non lo so… Mia madre non è mai stata nei nostri discorsi, non c’era. Parlare di mia madre era come parlare della partita del Milan ma mai con risentimento. E tantomeno del papà”, ha spiegato. Spesso però, rispetto al padre, lo showman toscano ha ammesso che con Franchino facevano delle ipotesi: “Ci domandavamo tra di noi chi poteva essere”, ha ammesso, facendo delle ipotesi, “ma senza metterci a fare delle ricerche, non era quello il nostro problema”. Franco adorava i cani, proprio come Giorgio: “Aveva un buon rapporto soprattutto con Zeus”. Il 26 dicembre 2011 è la data che indica la morte di Franco. Pochi giorni prima era stato a casa di Giorgio: “Davanti a me aveva bevuto poco”. L’attore non sapeva che il giorno successivo sarebbe andato a cena con amici di cui non conosceva l’esistenza. “Lui va a cena, si sente male e questi ragazzi presi dal panico, invece che soccorrerlo e magari abbandonarlo davanti ad un ospedale, lo hanno abbandonato in mezzo ai cespugli e poi solo dopo hanno chiamato i soccorsi che sono arrivati ovviamente in ritardo”. C’è stato un processo ma per Giorgio la morte di Franco sarà per loro la condanna peggiore. “Ogni volta che mi vedono o sentono sarà la condanna peggiore”, ha proseguito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Don Mazzi “figura positiva”

Nel periodo di grande successo professionale, tra Giorgio e Franco Panariello ci fu un allontanamento fino a quando l’attore riuscì convincerlo ad andare in comunità: “L’ho convinto perchè finalmente ero riuscito a dimostragli che vivere come avrei voluto vivere io fosse meglio”. Franchino voleva assolutamente entrare in comunità a San Patrignano ma poco dopo scappa tornando alla vita di prima fino a portarlo da Don Mazzi che oggi lo ricorda con un video messaggio: “Lo ricordo bene perchè veniva ogni tanto in studio a leggere le sue poesie. Era buono, era intelligente, dolce, poi è cascato dentro in momenti molto brutti… La figura di Franco è una figura positiva perchè mi seguiva e mi voleva bene”, ha commentato. “E’ vero, è una figura positiva”, ha ammesso Giorgio replicando alle parole di Don Mazzi al quale deve molto. Franco rimase in comunità per tre anni riprendendo a vivere completamente. “Aveva capito che c’era qualcuno che gli importava di lui davvero”, ha aggiunto il fratello. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“Se non avesse incontrato l’eroina…”

Il ricordo del fratello Franco è vividissimo in Giorgio Panariello, oggi ospite di Domenica In: “Franchino era una persona buona, sorridente, se non avesse incontrato l’eroina…”. Giorgio ha ricordato la sua bravura nel giocare a calcio: “Era bravissimo… Mio fratello giocava in modo meraviglioso. Se avesse avuto la possibilità di giocare in una squadra sarebbe diventato un grande calciatore”. Tra Giorgio Panariello ed il fratello Franco c’era solo un anno di differenza. Inizialmente non è stato un rapporto semplice, dopo essersi ritrovati. Franco fu più sfortunato di Giorgio poichè finì in un collegio. La sua vita iniziò in maniera del tutto differente rispetto a quella del fratello. “Lui ha sofferto da subito”, ha ammesso Giorgio. Franco era totalmente innamorato della comicità di Leonardo Pieraccioni: “era un suo fan”, ha raccontato Giorgio rammentando la sua presenza al funerale del fratello, giunto in Smart da Firenze. E proprio l’amico Pieraccioni ha dedicato un messaggio molto sentito a Giorgio parlando del libro sul fratello Franco: “Io credo che tuo fratello sia in tutti i tuoi personaggi, ci sono sempre dei momenti in certi personaggi che hanno un tenero smarrimento, e quello li fa teneri, forti, credibili. Nei tuoi personaggi c’è un momento in cui si sente il tuo vissuto”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

Il racconto di Giorgio Panariello: verità sulla morte

Giorgio Panariello, ospite oggi di Domenica In, ha parlato del libro in uscita il prossimo 3 novembre e che parla proprio del fratello morto, Franco. “Ho voluto scrivere questo libro per rendere giustizia a mio fratello Franco. Era la percezione che mio fratello se ne fosse andato per una overdose, in realtà è morto per altri motivi e per causa di altri”. L’uomo, in realtà, si è sentito male durante una cena e gli amici che erano con lui lo hanno lasciato da solo sul lungomare di Viareggio. Franchino non è morto di droga ma di ipotermia. “Nel corso della mia vita ho avuto la sua stessa disperazione ed anch’io ho rischiato di cadere nella trappola degli stupefacenti. Mi son fermato in tempo”, ha dichiarato. Parlando del libro, ha commentato: “Il libro l’ho scritto con grande emozione ed ho cercato di raccontare la verità”. Quindi un ricordo commosso del fratello Franco: “Non ci somigliavamo per niente, essendo figli di due padri differenti entrambi sconosciuti… Un ricordo ben presente è che la presenza di Franco l’ho sentita subito”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

Franco Panariello, fratello d Giorgio, come è morto?

Franco Panariello chi è? Lui è il fratello di Giorgio Panariello, l’uomo a cui l’attore e showman ha dedicato il suo libro autobiografico ‘Io sono mio fratello’ per raccontare quello che era davvero e non quello che hanno raccontato gli altri. La sua tragedia si è consumata a fine del 2011 quando una notte fu trovato morto all’età di 50 anni sul ciglio della strada, tra i cespugli, da un passante. A niente è valso l’arrivo dei soccorsi che hanno cercato di rianimarlo ma senza riuscirci e per questo ha spinto gli inquirenti a far finire a processo i tre amici che erano con lui quando è avvenuta la tragedia con l’accusa di omissione di soccorso. Ma cosa è successo a Franco Panariello? Il fratello di Giorgio non ha avuto vita facile, proprio come l’attore.

A Domenica in il racconto di una morte inaspettata: “Una cena insieme e poi..”

Abbandonato dalla madre a pochi mesi e con i nonni che non sono riusciti ad adottarlo, Franco Panariello è finito in collegio e quello segna il suo destino. Lì rimane fino a dodici anni fino a quando una famiglia benestante lo adotta ma senza dargli quello di cui aveva davvero bisogno, l’affetto. Il baratro era dietro l’angolo e quando ha cercato di portar via loro dei soldi, lo abbandonarono spedendolo in un altro collegio e poi, infine, dai nonni al Cinquale. Qui i due fratelli si ritrovarono e lo stesso Panariello racconta che per qualche tempo hanno camminato sugli stessi binari rischiando davvero che entrambi finissero male. Franco scappò per andare a cercare la madre ma il viaggio a Napoli si concluse con le droghe, un circolo vizioso da cui non è mai uscito davvero fino a quando non era tornato nella sua città, aveva trovato un lavoro e sembrava finalmente sereno. Lo stesso Giorgio Panariello aveva cenato con lui qualche sera prima e sicuramente non si aspettava questo drammatico epilogo.